21 aprile 2011

Venerdì Santo - Passione del Signore - 22 aprile 2011


 

Foto Gallery della precedente Edizione

Quante e quante volte i nostri occhi si sono posati su un Crocifisso o una semplice croce, in questo mondo distratto, superattivo, superficiale?
Quante volte entrando in una chiesa o passando davanti a delle edicole religiose agli angoli delle strade, sui sentieri di campagna o di montagna, o mettendola al collo sia per devozione, sia per moda, i nostri occhi hanno visto la Croce; quante volte sin da bambini ci siamo segnati con il segno della Croce, recitando una preghiera o guardando il Crocifisso appeso alla parete della nostra stanza da letto, iniziando e terminando così la nostra giornata.
La Croce simbolo del cristianesimo, presente nella nostra vita sin dalla nascita, nei segni del rito del Battesimo, nell’assoluzione nel Sacramento della Penitenza, nelle benedizioni ricevute e date in ogni nostro atto devozionale e sacramentale; fino all’ultimo segno tracciato dal sacerdote nel Sacramento degli Infermi, nella croce astile che precede il funerale e nella croce di marmo o altro materiale, poggiata sulla tomba.
Così presente nella nostra vita e pur tante volte ignorata e guardata senza che ci dica niente, con occhio distratto e abituato; eppure la Croce è il supremo simbolo della sofferenza e della morte di Gesù, vero Dio e vero uomo, che con il Suo sacrificio ci ha riscattato dalla morte del peccato, indicandoci la vera Vita che passa attraverso la sofferenza.
Gesù stesso con le Sue parabole insegnò che il seme va sotterrato, marcisce e muore, per dare nuova vita alla pianta che da lui nascerà.
In tutta la vicenda umana e storica di Gesù, la “Passione” culminata nel Venerdì Santo, designa da sempre l’insieme degli avvenimenti dolorosi che lo colpirono fino alla morte in croce. E questo insieme di atti progressivi e dolorosi prese il nome di “Via Crucis” (pratica extraliturgica, introdotta in Europa dal domenicano beato Alvaro, (†1402), e dopo di lui dai Frati Minori Francescani); che la Chiesa Cattolica, ricorda in ogni suo tempio con le 14 ‘Stazioni’; quadretti attaccati alle pareti, oppure lungo i crinali delle colline dove sorgono Santuari, meta di pellegrinaggi; con edicole, gruppi statuari o cappelle, che invitano alla meditazione e penitenza; in ognuna di queste ‘Stazioni’ sono raffigurati con varie espressioni artistiche, momenti della dolorosa “Via Crucis” e Passione di Gesù; espressione di alta simbologia ed arte, sono ad esempio i Sacri Monti come quelli di Varallo e di Varese, e i celebri Calvari bretoni.
La “Passione” di Gesù cominciò dopo l’Ultima Cena tenuta con gli Apostoli, dove Egli diede all’umanità il dono più grande che si potesse: sé stesso nel Sacramento dell’Eucaristia, inoltre l’istituzione del Sacerdozio cristiano e la grande lezione di umiltà e di amore verso il prossimo con la lavanda dei piedi dei Dodici Apostoli.
I Vangeli raccontano gli avvenimenti in modo abbastanza preciso e concorde; nella primavera dell’anno 30, Gesù discese con i suoi discepoli dalla Galilea a Gerusalemme, in occasione della Pasqua ebraica, l’annuale “memoriale” della prodigiosa liberazione del popolo ebreo dall’Egitto.
Qui tenne l’Ultima Cena, dove di fatto fu sostituito il vecchio “memoriale” con il nuovo, da rinnovare nel tempo fino al suo ritorno: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi”; “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue che viene versato per voi”; “Fate questo in memoria di me!”.
Nella “redenzione dal peccato” si deve ricercare in buona parte, il senso della ‘Passione’ di Cristo e di questo trattano i racconti evangelici, nel susseguirsi degli avvenimenti che seguirono l’Ultima Cena; è bene ricordare che lo stesso Gesù preannunziò ciò che sarebbe accaduto ai suoi discepoli per ben tre volte, preparandoli al suo destino di sofferenze e di gloria; in particolare la terza volta (Luca 18, 31-33).
Ma il suo sacrificio, è presentato nei Vangeli anche come l’attuazione della parola dei profeti, contenuta nelle Scritture e si delinea una grande verità, consegnandosi mite e benevole nelle mani di uomini che faranno di lui quello che vorranno, l’”Agnello di Dio” ha preso su di sé e ha ‘tolto’ il peccato del mondo (Giovanni 1,29).
Per questo si nota che nel racconto evangelico della Passione, ogni atto è presentato come malvagio, ingiusto e crudele; anche tutti coloro che intervengono nei confronti di Gesù sono cattivi o meglio peccatori, come una sequenza impressionante dei peccati degli uomini contro di Lui.
È necessario che il male ed il peccato si scateni contro Gesù, portandolo fino alla morte e dando la sensazione di aver vinto il Bene; finché con la Sua Resurrezione alla fine si vedrà che la vittoria finale sul male, è la sua.
La ‘Passione’ si svolge con una sequenza di immagini drammatiche, prima di tutto il tradimento di Giuda, che lo vende e lo denuncia con un bacio nel giardino posto al di là del torrente Cedron, dove si era ritirato a pregare con i suoi discepoli, e dove Gesù, aveva avuto la visione angosciante della prossima fine, sudando sangue e al punto di chiedere al Padre di far passare, se era possibile, questo calice amaro di sofferenza, ma nel contempo accettò di fare la Sua volontà.
Segue l’arresto notturno da parte dei soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei; Gesù subisce l’interrogatorio di Anna, ex sommo sacerdote molto potente e suocero del sommo sacerdote in carica Caifa; poi il giudizio del Sinedrio giudaico capeggiato da Caifa, che formula ad ogni costo un’accusa che consenta la sua condanna a morte, che però per la legge vigente a Gerusalemme, non poteva essere attuata dalle autorità ebraiche.
Nel contempo si concreta il triplice rinnegamento del suo primo discepolo Pietro; poi Gesù viene condotto dal governatore romano Ponzio Pilato, accusato di essersi proclamato re dei Giudei, commettendo quindi un delitto di lesa maestà verso l’imperatore romano.
Nel confronto con Pilato, Gesù afferma la sua Regalità; nonostante che non si ravvisa in lui colpa alcuna, l’attaccamento al potere, la colpevole viltà del governatore, non fanno prendere una decisione a Pilato, che secondo il Vangelo di Luca (23,6) non volendo pronunciarsi, lo manda da re Erode, presente in quei giorni a Gerusalemme; il quale dopo un’inutile interrogatorio e istigato dai sommi sacerdoti e scribi, lo schernisce insultandolo, poi rivestito di una splendida veste lo rimanda da Pilato.
Ancora una volta Pilato titubante chiede al popolo che colpa ha quest’uomo, perché lui non ne trova; alle grida di condanna lo fa flagellare, pensando che così si calmassero, ma questi gridarono sempre più forte di crocifiggerlo; allora Pilato secondo le consuetudini locali, potendo liberare un prigioniero in occasione della Pasqua, chiese al popolo se intendevano scegliere fra Gesù e un ribelle prigioniero di nome Barabba, che aveva molti morti sulla coscienza, ma anche in questa scelta il popolo si espresse gridando a favore di Barabba.
Non potendo fare altro, il governatore simbolicamente si lavò le mani e condannò a morte Gesù, tramite la crocifissione, pena capitale praticata in quell’epoca e lo consegnò ai soldati.
I soldati con feroce astuzia, posero sul capo di Gesù, schernendolo, una corona di spine pungenti e caricarono sulle sue spalle, già straziate da una lacerante flagellazione, il “patibulum”, avviandosi verso la collina del Golgota o Calvario, luogo dell’esecuzione.
La “Via Crucis” di Gesù presenta alcuni incontri non tutti riportati concordemente dai quattro evangelisti, come l’incontro con Simone di Cirene, obbligato dai soldati a portare la croce di Gesù o a condividerne il peso; l’incontro con le donne di Gerusalemme alle quali dice con toni apocalittici di piangere su loro stesse; l’incontro con la Veronica, le cadute sull’erta salita.
Arrivati sulla cima del calvario, viene dai soldati spogliato delle sue vesti, che vennero tirate a sorte fra gli stessi soldati, poi crocifisso con chiodi alla croce, tortura orribile e atroce, che conduce Gesù alla morte dopo qualche ora, sempre fra insulti e offese, alla fine invece di spezzargli le gambe per accelerarne la morte per soffocamento, essendo già morto, la lancia di un centurione gli perforerà il costato per accertarsene.
C’è ancora tutta una serie di episodi che si verificano prima e dopo la sua morte, come il suicidio di Giuda, lo scambio di parole con i due ladroni, crocifissi anche loro in quell’occasione, lo squarcio del Velo del Tempio di Gerusalemme, il terremoto, lo sconvolgimento degli elementi atmosferici, la presenza ai piedi della Croce di Maria sua madre, di Maria di Magdala (Maddalena), di Maria di Cleofa, madre di Giacomo il Minore e Giuseppe, di Salome madre dei figli di Zebedeo e da Giovanni il più giovane degli apostoli; l’affidamento reciproco fra Maria e Giovanni; le sue ultime parole prima di morire.
La ‘Passione’ si conclude, dopo la deposizione affrettata per l’approssimarsi della festività del sabato, con la sepoltura del suo corpo mortale in una tomba data da Giuseppe d’Arimatea, anche lui diventato suo discepolo, avvolto in un candido lenzuolo e cosparso degli oli e aromi usuali, poi la tomba scavata nella roccia, venne chiusa da una grossa pietra.
In questo contesto finale s’inserisce l’esistenza e la venerazione per la Sacra Sindone, conservata nel Duomo di Torino, prova tangibile dei patimenti e del metodo crudele subito da Gesù per la crocifissione.
Dato il poco spazio disponibile, si è dovuto necessariamente essere veloci nel descrivere praticamente la ‘Passione di Nostro Signore’, ma questo storico evento lo si può meditare ampliamente, partecipando ai riti della Settimana Santa, che da millenni la Chiesa cattolica e le altre Chiese Cristiane celebrano.
Aggiungiamo solo che Gesù ha voluto con la sofferenza e la sua morte, prendere su di sé le sofferenze e i dolori di ogni genere dell’umanità, quasi un “chiodo scaccia chiodo”; indicando nel contempo che la sofferenza è un male necessario, perché iscritto nella storia di ogni singolo uomo, come lo è la morte del corpo, come conseguenza del peccato, ma essa può essere trasformata in una luce di speranza, di compartecipazione con le sofferenze degli altri nostri fratelli, che condividono con noi, ognuno nella sua breve o lunga vita terrena, il cammino verso la patria celeste.
Questo concetto e valorizzazione del dolore fu nei millenni cristiani, ben compreso ed assimilato da tante anime mistiche, al punto di non desiderare altro che condividere i dolori della ‘Passione’; ottenendo da Cristo di portare nel loro corpo i segni visibili e tormentati di tanto dolore; come pure per tanti ci fu il sacrificio della loro vita, seguendo l’esempio del Redentore, per l’affermazione della loro fede in Lui e nei suoi insegnamenti.
Ecco allora la schiera immensa dei martiri che a partire sin dai primi giorni dopo la morte di Gesù e fino ai nostri giorni, patirono e morirono violentemente, con metodi anche forse più strazianti della crocifissione, come quello di essere dilaniati vivi dalle belve feroci; bruciati vivi sui roghi; fatti a pezzi dai selvaggi nelle Missioni; scorticati vivi, ecc.
Poi riferendoci a quando prima accennato ai segni della ‘Passione’ sul proprio corpo, solo per citarne qualcuno: Le Stimmate di s. Francesco di Assisi, di s. Pio da Pietrelcina, la spina in fronte di s. Rita da Cascia, ecc.
La triste e dolorosa vicenda della ‘Passione’, ha ispirato da sempre la pietà popolare a partecipare ai riti del Venerdì Santo, con manifestazioni di grande suggestione e penitenza, con le processioni dei ‘Misteri’, grandi e piccole raffigurazioni, con statue per lo più di cartapesta, dei vari episodi della ‘Via Crucis’, in particolare l’incontro di Gesù che trasporta la croce con sua madre e le pie donne; oppure con Gesù morto, condotto al sepolcro, seguito dall’effige della Vergine Addolorata.
In tutte le chiese, a partire dal Colosseo con il papa, si svolgono le ‘Vie Crucis’, anche per le strade dei Paesi e nei rioni delle città; in alcuni casi per secolare tradizione esse sono svolte da fedeli con i costumi dell’epoca e giungono fino ad una finta crocifissione; in altri casi da secoli si svolgono cortei penitenziali di Confraternite con persone incappucciate o no, che si flagellano o si pungono con oggetti acuminati e così insanguinati proseguono nella processione penitenziale, come nella celebre penitenza di Guardia Sanframondi.
Ci vorrebbe un libro per descriverle tutte, ma non si può dimenticare di citare i riti barocchi del Venerdì Santo di Siviglia.
Alla ‘Passione’ di Gesù è associata l’immagine della Vergine Addolorata, che i più grandi artisti hanno rappresentato insieme alla Crocifissione, ai piedi della Croce, o con Cristo adagiato fra le sue braccia dopo la deposizione, come la celebre ‘Pietà’ di Michelangelo, il ‘Compianto sul Cristo morto’ di Giotto, la ‘Crocifissione’ di Masaccio, per citarne alcuni.
Il soggetto della ‘Passione’, ha continuato ad essere rappresentato anche con le moderne tecnologie, le quali utilizzando attori capaci, scenografie naturali e drammaticità delle espressioni dolorose; ha portato ad un più vasto pubblico nazionale ed internazionale l’intera vicenda terrena di Gesù.
È il caso soprattutto del cinema, con tanti filmati di indubbio valore emotivo, come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini; il “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli, la serie di quelli storici e colossali, come “Il Re dei re”, “La tunica”, ecc. fino all’ultimo grandioso per la sua drammaticità “La Passione di Cristo” di Mel Gibson.
Inoltre la televisione presente ormai in ogni casa, ha riproposto ad un pubblico ancor più vasto le produzioni televisive ed i tanti films con questo soggetto, che per questioni economiche e per la crisi delle sale cinematografiche, non sarebbero stati più visti.
Il Venerdì Santo è il giorno della Croce, di questo simbolo che è di guida ai cristiani e nel contempo tiene lontani altri da questa religione, che per tanti versi ha al suo centro il dolore e la sofferenza, seppure accettata e trasfigurata; e si sa che a nessuno piace soffrire e tutti vorrebbero tendere alla felicità senza prima soffrire.

A conclusione si riportano i soggetti delle XIV Stazioni della Via Crucis:
I = Il processo e la condanna;
II = Il carico sulle spalle della croce;
III = La prima caduta;
IV = L’incontro con la Madre;
V = L’aiuto del Cireneo;
VI = L’incontro con la Veronica;
VII = Seconda caduta;
VIII = L’incontro con le donne di Gerusalemme;
IX = Terza caduta;
X = Gesù denudato e posto sulla croce;
XI = La crocifissione;
XII = La morte in Croce;
XIII = La deposizione;
XIV = La sepoltura nella tomba.

Autore: Antonio Borrelli

18 aprile 2011

Settimana Santa 2011- programma


Settimana Santa 2011 

 gli appuntamenti nelle parrocchie di Oria

20 aprile – MERCOLEDÌ SANTO
Basilica Cattedrale

ore 15.30 – discesa delle statue dei Misteri dalla chiesa di San Benedetto; al termine, santa Messa presieduta da mons. Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria.

San Domenico

ore 19.30 – celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.
 
San Francesco d’Assisi
ore 18.30 – santa Messa e celebrazione della Penitenza.
 
San Francesco di Paola
ora 19.00 – santa Messa e celebrazione della Penitenza.

21 aprile – GIOVEDÌ SANTO
Diocesi – Città – Interparrocchiale

ore 10.00 – Messa Crismale nella Basilica Cattedrale presieduta da mons. Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria.
Basilica Cattedrale

ore 18.30 – santa Messa “in Coena Domini”; al termine, Reposizione del Santissimo Sacramento.
ore 23.00 – veglia eucaristica comunitaria.
 
San Domenico
ore 19.00 – santa Messa “in Coena Domini”;
ore 20.00/24.00 – adorazione eucaristica animata dai gruppi parrocchiali.
 
San Francesco d’Assisi
ore 18.30 – santa Messa “in Coena Domini”;
ore 23.00 – veglia eucaristica animata dai giovani della parrocchia.
 
San Francesco di Paola
ore 18.00 – santa Messa “in Coena Domini”;
ore 23.00 – “L’amore più grande”, veglia eucaristica comunitaria.

22 aprile – VENERDÌ SANTO
Basilica Cattedrale

ore 17.00 – celebrazione della Passione del Signore e Adorazione della Croce.
San Domenico

ore 17.30 – celebrazione della Passione del Signore e Adorazione della Croce.
San Francesco d’Assisi

ore 12.00 – celebrazione dell’Ora Media;
ore 16.30 – celebrazione della Passione del Signore e Adorazione della Croce.
 
San Francesco di Paola
ore 8.00 – ufficio delle letture;
ore 9.00 – adorazione curata dai ragazzi dei corsi di catechismo;
ore 12.00 – celebrazione dell’Ora Media;
ore 17.00 – celebrazione della Passione del Signore e Adorazione della Croce.
Città – Interparrocchiale

ore 20.00 – processione dei Misteri.

23 aprile – SABATO SANTO
Basilica Cattedrale

ore 22.00 – veglia di Pasqua.
San Domenico

ore 21.30 – veglia di Pasqua.
San Francesco d’Assisi

ore 21.00 – veglia di Pasqua.
San Francesco di Paola

ore 21.00 – veglia di Pasqua;
ore 23.00 – festa comunitaria nel teatro parrocchiale.

24 aprile – DOMENICA DI RESURREZIONE
Basilica Cattedrale

ore 11.00 – pontificale presieduto da mons. Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria;
ore 18.00 – santa Messa.
San Domenico

ore 7.30, 9.30, 11.00 e 19.00 – santa Messa.
San Francesco d’Assisi

ore 9.00, 10.30, 18.30 – santa Messa.
San Francesco di Paola

ore 8.00, 10.30 e 19.00 – santa Messa.

17 aprile 2011

Domenica delle Palme 17 aprile 2011

alcuni scatti 
della
Benedizione delle Palme  di Domenica 
17 aprile 2011
svoltasi in piazza Manfredi 
presieduta da mons. Vincenzo Pisanello,
vescovo di Oria, 
con la presenza delle quattro 
comunità parrocchiali della città.
 
 
 
 

16 aprile 2011

Celebrazioni del Vescovo in Basilica Cattedrale nel periodo "QUARESIMALE"

Domenica 17 aprile - ore 9.30 
Benedizione delle Palme 
in piazza Manfredi 
presieduta da mons. Vincenzo Pisanello,
vescovo di Oria, 
con la presenza delle quattro 
comunità parrocchiali della città.
Seguirà la celebrazione della 
santa Messa nelle rispettive
chiese parrocchiali.
 cliccate sul manifesto e si ingrandisce.

 
 
 
 alcune foto delle celebrazioni pasquali del precedente anno. 

XXVI Giornata Mondiale della Gioventù

 
 

  Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile
- Diocesi di Oria –

Sabato 16 aprile 2011, alle ore 16.30
presso l’Istituto dei Padri Rogazionisti in Oria (San Pasquale)
prenderà il via l’esperienza diocesana della 
 XXVI Giornata Mondiale della Gioventù
organizzata per i giovani della Diocesi di Oria 
dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile
che quest’anno verterà sul tema 
 “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”.
L’evento, istituito 26 anni fa dal papa Giovanni Paolo II 
– che sarà beatificato tra pochi giorni – 
interessa tutte le comunità cristiane del pianeta 
sia nelle singole chiese diocesane che nel raduno mondiale 
programmato per la prossima estate 
cui partecipa anche il Santo Padre Benedetto XVI.

Secondo le previsioni, 
si conteranno nell’ordine delle migliaia i giovani provenienti 
dai comuni della diocesi che parteciperanno 
all’evento diocesano e si raduneranno attorno 
al vescovo di Oria 
 mons. Vincenzo Pisanello.

I giovani di Oria, Avetrana, Ceglie Messapica, Erchie, 
Francavilla Fontana, Latiano, Manduria, 
Maruggio, Sava, Torre Santa Susanna, 
Uggiano Montefusco e Villa Castelli, 
saranno dunque ospitati all’ombra del 
Castello Svevo e della Basilica Cattedrale, nel “cuore” della Diocesi. 

Il direttore del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, 
 don Domenico Carenza
ha dichiarato: 
 “Anche quest’anno giungiamo a questo importante appuntamento 
per la nostra comunità diocesana,
profondendo però più impegno e mettendoci
sempre maggiore entusiasmo. 
Le parole del Papa che invita i giovani a partecipare 
alla GMG di Madrid 
che si terrà nel prossimo luglio 
sono valide anche per questa anteprima diocesana, 
che vede anno dopo anno sempre più numerosa 
la partecipazione dei nostri giovani”.

Infatti Benedetto XVI ha parlato così 
ai giovani cattolici riguardo la GMG: 
 “Cari giovani, la Chiesa conta su di voi! 
Ha bisogno della vostra fede viva, 
della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. 
La vostra presenza rinnova la Chiesa, 
la ringiovanisce e le dona nuovo slancio.
Per questo le Giornate Mondiali della Gioventù 
sono una grazia non solo per voi, 
ma per tutto il Popolo di Dio”.

Il programma dell’importante evento prevede il raduno 
dei partecipanti sul piazzale antistante il 
Santuario di Sant’Antonio presso l’Istituto dei Padri Rogazionisti di Oria 
alle ore 16.30
dove ci sarà l’accoglienza dei giovani curata dal gruppo di animazione 
del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile con canti e divertimento; 
alle ore 17.30 
i partecipanti formeranno un corteo per raggiungere piazza Lorch dove 
– sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Domenico – 
sarà ad attenderli il vescovo Vincenzo Pisanello 
per un momento di festa. 

Alle ore 18.30
 i giovani assieme al vescovo Pisanello 
attraverseranno la città in una marcia che raggiungerà la 
Basilica Cattedrale, 
dove si terrà la 
 veglia di preghiera conclusiva 
animati dai gruppi giovanili di diverse comunità parrocchiali della Diocesi oritana. 

Sarà presente alla GMG diocesana anche don Raffaele Bruno
cappellano del carcere di Lecce 
e coordinatore regionale dell’associazione 
per la legalità “Libera” per offrire la propria testimonianza.

L’ennesima esperienza di gioia 
e riflessione per i giovani della Diocesi di Oria, 
che si preparano dunque così alla imminente Pasqua.

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"Lu Picurieddu ti Pasca"

i Miei Pensieri...

Fotografare era la mia passione: mi consideravo soddisfatto solo quando riuscivo a far "parlare" la fotografia.

Dedicavo gran parte del mio tempo a realizzare scatti, sempre con l'intento di cogliere l'attimo negli eventi, nelle cose e nelle manifestazioni più varie della natura.

Amo la spontaneità e mi affido all'intuizione.

I risultati migliori infatti li ottenevo quando fotografo all'insaputa del soggetto, e la foto è pura espressività.

Infine, penso alla fotografia come ad un'arte che matura e si evolve attraverso la passione, l'impegno e a una continua ricerca.

La fotografia è anche, un dettaglio della Vita, poter rivivere con serenità i ricordi di un momento particolare.

In queste pagine sono lieto nel proporvi alcuni scatti fotografici dove la naturalezza della scena evidenzia particolari in grado di rendere bella una foto e addolcire la scena fotografata.


Non mi è stato possibile chiedere a tutte le persone, le cui foto sono presenti in questo sito, se gradivano o meno questo inserimento; qualora qualcuna si ritenga offesa o infastidita da ciò, non ha che da telefonarmi o inviarmi e-mail all'indirizzo sotto pagina indicato ed io provvederò a togliere la o le foto indicatemi !

Ricordo a tutti, in ogni caso,

'che questo sito non è a fine di lucro'

ma soltanto una grande soddisfazione personale.

-.-