Mercoledì 11 giugno
"Racconti in punta
di Cravatta"
sbarca ad Erchie
L’Assessorato
alle Pari Opportunità del Comune di Erchie,
in collaborazione con la Consulta delle Donne di Erchie,
presenta mercoledì 11 giugno alle ore
19.00 presso
Palazzo Ducale,
il
libro di Vincenzo Sardiello
“Racconti in
punta di cravatta”
edito da Mds
Editore.
Dopo i saluti del Sindaco Giuseppe
Margheriti
e della presidente della Consulta delle Donne
Teresa Mastrangelo,
interverranno il
Neuropsichiatra Vincenzo Capozza
e
l’autore Vincenzo Sardiello.
A
moderare l’incontro sarà l’Assessore alle Pari Opportunità
Chiara Saracino.
Durante la serata sarà presentata l’iniziativa
“Braccialetti Coraggiosi”
a cura della
Consulta delle Donne
in collaborazione con le Portatrici di Santa Lucia.
Vincenzo Sardiello, sociologo ed esperto d’arte,
cura
mostre artistiche e si occupa della regia di spettacoli teatrali.
“Racconti in
punta di cravatta”
è il suo debutto letterario.
Il libro, con illustrazione di copertina a cura
dell’artista Luigi Lerna,
contiene diciannove racconti e due commedie.
Racconti
in punta di cravatta narra frammenti di vite
che si svolgono in città ormai
divenute scenari apocalittici,
in un mondo caotico e sfuggente dove la realtà
ha assunto le sembianze di un incubo.
I personaggi sono quasi tutti dei vinti
esistenziali:
prigionieri delle loro ipocrisie e della loro solitudine,
pongono
il proprio io al centro dell’universo scoprendo,
quasi per caso, che esistono
anche gli altri.
Nella prefazione scrive Paolo Cardoso,
professore dell’Università di Firenze e
psicoterapeuta di chiara fama:
«… molti autori hanno scritto romanzi, racconti,
opere di teatro dove hanno delineato il malessere e
gli stati d’animo della
propria epoca.
Ebbene, anche Vincenzo Sardiello lo fa.
E lo fa in modo
perfetto, dal punto di vista letterario e
del coinvolgimento del lettore.
Ha
poi una qualità che è davvero rara,
oggi che tutti si sentono scrittori e
artisti:
è un autore non banale.
Ed essere “non banali”, è davvero difficile.
Ha saputo delineare dei personaggi che riescono a
esprimere il disagio, la
solitudine e l’isolamento
che regnano oggi sovrani.
È riuscito a far emergere
la difficoltà che moltissimi hanno,
non solo per esprimere i loro veri sentimenti,
ma ancor prima di riconoscerli».
E aggiunge: «Sardiello è un autore colto che
nello scrivere
cerca di essere se stesso.
Leggendolo mi veniva in mente Pennac
e lì per lì non capivo perché.
Poi invece ho compreso che entrambi questi
scrittori hanno
lo stesso modo di stupire, di capovolgere le nostre aspettative
di lettori,
di incuriosirci e di farci riflettere».