“Un No che vale una vita!”
tutto pronto per l’atteso incontro con
il
Magistrato Nicola Magrone.
Si terrà giovedi 30 maggio,
con inizio
alle ore 19 presso la sala conferenze
del Seminario Vescovile oritano,
l’incontro testimonianza organizzato
dall’Università Popolare Oritana
sulla triste vicenda della piccola Palmina Martinelli,
ragazza fasanese
bruciata viva
perché si opponeva ai suoi aguzzini.
Nicola Magrone è ’
entrato in magistratura nel 1971,
ha cominciato facendo il pretore a
Monza e
occupandosi di Edilnord e di Milano Due,
agli albori delle
fortune economiche di Berlusconi;
è stato Sostituto Procuratore a Bari
e
Presidente della Corte di Assise di Potenza,
ha seguito indagini e
processi drammatici
contro la criminalità organizzata e
casi di violenza
su giovani donne come quello
di Palmina Martinelli ed Elisa Claps.
Sottoposto a scorta per oltre 15 anni perché ripetutamente
minacciato
dalla criminalità organizzata.
Deputato della Repubblica, eletto con
l’associazione
“Italia Giusta secondo la Costituzione”
collegata ad
Alleanza Democratica.
E’ uno tra i maggiori esperti italiani di
Costituzione,
da molti anni impegnato in un’associazione proprietaria
di
una piccola casa editrice che ha pubblicato
testi importanti e di
qualità,
per più di sette anni è stato Procuratore capo
della Repubblica
a Larino.
“Palmina giudiziariamente è stata trattata
come una strega e
giudicata una calunniatrice,
manifestazioni come questa testimoniano che
nelle coscienze si è affermata una verità che le rende giustizia”.
Lo
ha detto il magistrato Nicola Magrone
durante un incontro organizzato,
nello scorso mese di Febbraio,
da Retinopera Salento.
Palmina Martinelli
fu bruciata viva a 14 anni,
nell’81, a Fasano (Brindisi) perchè non
voleva prostituirsi.
Magrone, all’epoca dei fatti, era il pubblico
ministero
che raccolse a Bari le ultime parole di Palmina Martinelli
e
lottò per la condanna dei colpevoli,
ma in sede processuale emerse la
tesi che la 14enne
si era suicidata dandosi fuoco.
Nell’ottobre dello
scorso anno la sorella di Palmina,
Giacomina Martinelli, ha presentato
al procuratore
della Repubblica presso il tribunale di Brindisi,
Marco
Dinapoli, una denuncia chiedendo
che si cerchino gli “autori
dell’omicidio doloso”.
Per l’omicidio di Palmina Martinelli
vennero
giudicati negli anni Ottanta Giovanni Costantini,
che Palmina
considerava il suo fidanzato,
e il fratellastro di Costantini, Enrico
Bernardi,
sfruttatore della prostituzione di una delle sorelle di
Palmina.
I due giovani erano stati indicati dalla stessa
Palmina come
responsabili dell’omicidio:
le parole di Palmina sul letto di morte
vennero registrate,
con l’aiuto dei medici rianimatori,
dal magistrato
che fu pm nel processo di primo grado,
Nicola Magrone.
La Corte di
Cassazione nell’88 assolse con formula piena
e definitivamente
Costantini e Bernardi stabilendo che
Palmina si era data alle fiamme da
sola.
“E’ una storia che grida ancora giustizia
– è il commento del
presidente dell’università popolare
Roberto Schifone –
è la nostra
associazione chiede a voce alta che sia
resa giustizia a Palmina.
L’incontro col magistrato Magrone chiude il ciclo
di incontri
monotematici promossi dall’UPO,
abbiamo volutamente terminare con la
storia di
Palmina affinchè questa chiusura sia preambolo
all’apertura
del prossimo anno,
l’università popolare non intende stare in silenzio
e
si associa all’appello della sorella della piccola
martire brindisina:
si cerchino gli autori dell’omicidio doloso!”.
L'incontro sarà aperto
dal cantautore pugliese Angelo Presta,
da sempre impegnato nel mondo del
volontariato brindisino,
che proprio alla storia della piccola Palmina
ha dedicato due brani.