Era il compito dello schiavo lavare i piedi al padrone.
Invece Gesù capovolge i ruoli del padrone e dello schiavo....
Il giorno del Giovedì Santo è riservato a due distinte celebrazioni liturgiche,
al mattino nelle Cattedrali, il vescovo con solenne cerimonia consacra il sacro crisma,
cioè l’olio benedetto da usare per tutto l’anno per i Sacramenti del Battesimo,
Cresima e Ordine Sacro e gli altri tre oli usati per il Battesimo,
Unzione degli Infermi e per ungere i Catecumeni.
A tale cerimonia partecipano i sacerdoti e i diaconi,
che si radunano attorno al loro vescovo,
quale visibile conferma della Chiesa e del sacerdozio fondato da Cristo;
accingendosi a partecipare poi nelle singole chiese e parrocchie,
con la liturgia propria, alla celebrazione delle ultime fasi della vita
di Gesù con la Passione, morte e Resurrezione.
Nel tardo pomeriggio c’è la celebrazione della Messa in
“Cena Domini”, cioè la ‘Cena del Signore’.
Non è una cena qualsiasi, è l’Ultima Cena che Gesù
tenne insieme ai suoi Apostoli,
importantissima per le sue parole e per gli atti scaturiti;
tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù,
avvicinandosi la festa degli ‘Azzimi’,
chiamata Pasqua ebraica,
mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena,
in casa di un loro seguace...
...Era cominciata la ‘Passione’ che la Chiesa ricorda il Venerdì Santo;
i riti liturgici del Giovedì Santo si concludono con la reposizione
dell’Eucaristia in un cappella laterale delle chiese,
addobbata a festa per ricordare l’Istituzione del Sacramento;
cappella che sarà meta di devozione e adorazione,
per la rimanente sera e per tutto il giorno dopo,
finché non iniziano i riti del pomeriggio del Venerdì Santo.
Tutto il resto del tempio viene oscurato,
in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù;
le campane tacciono, l’altare diventa disadorno,
il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti.
Nella devozione popolare dei miei tempi di ragazzo,
le madri raccomandavano ai figli di non giocare,
di non correre o saltare,
perché Gesù stava a terra nel “sepolcro”,
nome erroneamente scaturito al tempo del Barocco e indicante
l’”altare della reposizione”,
dove è posta in adorazione l’Eucaristia.
al mattino nelle Cattedrali, il vescovo con solenne cerimonia consacra il sacro crisma,
cioè l’olio benedetto da usare per tutto l’anno per i Sacramenti del Battesimo,
Cresima e Ordine Sacro e gli altri tre oli usati per il Battesimo,
Unzione degli Infermi e per ungere i Catecumeni.
A tale cerimonia partecipano i sacerdoti e i diaconi,
che si radunano attorno al loro vescovo,
quale visibile conferma della Chiesa e del sacerdozio fondato da Cristo;
accingendosi a partecipare poi nelle singole chiese e parrocchie,
con la liturgia propria, alla celebrazione delle ultime fasi della vita
di Gesù con la Passione, morte e Resurrezione.
Nel tardo pomeriggio c’è la celebrazione della Messa in
“Cena Domini”, cioè la ‘Cena del Signore’.
Non è una cena qualsiasi, è l’Ultima Cena che Gesù
tenne insieme ai suoi Apostoli,
importantissima per le sue parole e per gli atti scaturiti;
tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù,
avvicinandosi la festa degli ‘Azzimi’,
chiamata Pasqua ebraica,
mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena,
in casa di un loro seguace...
...Era cominciata la ‘Passione’ che la Chiesa ricorda il Venerdì Santo;
i riti liturgici del Giovedì Santo si concludono con la reposizione
dell’Eucaristia in un cappella laterale delle chiese,
addobbata a festa per ricordare l’Istituzione del Sacramento;
cappella che sarà meta di devozione e adorazione,
per la rimanente sera e per tutto il giorno dopo,
finché non iniziano i riti del pomeriggio del Venerdì Santo.
Tutto il resto del tempio viene oscurato,
in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù;
le campane tacciono, l’altare diventa disadorno,
il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti.
Nella devozione popolare dei miei tempi di ragazzo,
le madri raccomandavano ai figli di non giocare,
di non correre o saltare,
perché Gesù stava a terra nel “sepolcro”,
nome erroneamente scaturito al tempo del Barocco e indicante
l’”altare della reposizione”,
dove è posta in adorazione l’Eucaristia.