24 novembre 2023

Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne - 25 novembre

Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne 


25 novembre: 

Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

 Ogni anno, dal 1999, il 25 novembre si 

celebra una ricorrenza fondamentale 

per il progresso della nostra società:

 la Giornata Mondiale contro la Violenza

 sulle Donne.

 Le donne infatti, malgrado i grandi 

passi avanti mossi nel campo

 dell’uguaglianza, continuano a

 trovarsi spesso in situazioni 

di disparità, sottomissione e violenza.

Insieme alla Dott.sa Patrizia Mattioli di Guidapsicologi.it 

entriamo nel merito delle dinamiche sociali e psicologiche che si 

creano intorno ai casi di violenza di genere. 

Cosa avviene nella mente della vittima e dell’aggressore?

 Perché le donne non denunciano?

 Quali sono i meccanismi psicologici che si nascondono 

dietro alla paura di chi tace e sopporta?

 Come riconoscere e contrastare la violenza psicologica?

Solo attraverso gesti effettivi come la denuncia, 

l’ascolto attivo e un lavoro di formazione rivolto alle nuove generazioni 

si potranno scardinare meccanismi secolari e rendere 

alla donna la dignità che le spetta.

Quali sono i segnali che indicano che una donna è vittima di violenza di genere

«I segnali possono essere di natura fisica, psicologica o essere intuiti 

da atteggiamenti bizzarri e incoerenti.

La presenza di ferite, lividi o altri segnali sul corpo, ricorrenti e spiegati con reticenza sono sicuramente un indicazione. Poi ci sono i segnali più psicologici: cambiamento dell’umore, tendenza a spaventarsi anche di fronte a stimoli apparentemente neutri, diffidenza verso chi fa domande, ritiro e isolamento sociale anche rispetto alle persone più significative come genitori e cari amici. L’isolamento sociale ha la doppia funzione: di accondiscendere le richieste del partner violento che spesso spinge a isolarsi. Di nascondere agli altri (e a se stesse) i segni e la gravità di quello che accade e di cui ci si vergogna.» spiega Mattioli.

Ecco un pratico elenco per aiutarci a riconoscere le manifestazioni più diffuse di violenza di genere

  1. Violenza giustificata dalla semplice appartenenza al genere femminile
  2. Linguaggio sessista
  3. Disuguaglianza uomo e donna
  4. Violenza che inizia nella maggior parte dei casi con quella di tipo psicologica
  5. Offese, minacce e umiliazioni
  6. Aggressioni fisiche
  7. Aggressioni sessuali
  8. Controllo costante e stalking
  9. Generazione di senso di colpa della vittima
  10. Isolamento sociale

Dipendenza affettiva: perché la vittima non si allontana dal proprio carnefice
«Spesso si tratta di relazioni caratterizzate dalla dipendenza affettiva. Il partner che poi si rivela violento è stato inizialmente (e lo è generalmente dopo ogni episodio violento) amorevole e premuroso e c’è la difficoltà di integrare i due atteggiamenti. È come se di fronte all’atteggiamento affettuoso la donna si dimenticasse che è la stessa persona che le ha fatto del male, tendendo a giustificare i motivi della violenza o attribuirsene la responsabilità.» Ma perché non si denuncia? «Molte volte non si denunciano le violenze proprio perché si ritiene di averle in qualche modo provocate. Non si denuncia anche per la paura di ulteriori ritorsioni, per non rendere di dominio pubblico il problema, per la difficoltà di ammettere con le persone care di aver sbagliato, soprattutto nelle scelte fatte contro il parere della famiglia o delle amiche, altre volte per la paura di non essere credute, per la scarsa fiducia nella possibilità di essere aiutate.» afferma la dott.sa Mattioli.

  https://www.corriere.it/cronache/20_novembre_24/giornata-contro-violenza-donne-perche-si-celebra-25-novembre-a9e3dc86-2e53-11eb-9814-5d0b7c9bd2b5.shtml

12 novembre 2023

anniversario della strage di Nassiriya 12 novembre 2003 - 12 novembre 2023


Foto d'archivio 

In occasione dell' anniversario della strage 
di Nassiriya, 
avvenuto il 12 novembre 2003, 
il Ministero della Difesa celebra la
 “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”

http://www.difesa.it/Il_Ministro/Eventi/Pagine/Giornata_ricordo_Caduti.aspx
http://www.difesa.it/Il_Ministro/Eventi/Pagine/Giornata_ricordo_Caduti.aspx



10 novembre 2023

"San Martino" ...fra tradizioni e il mosto che diventa vino...


San Martino (affresco di Simone Martini)

Cadono le foglie ingiallite e arriva la festa 
di San Martino.

  Sabato 11 novembre si celebra la ricorrenza del santo
 e si rievocano antiche tradizioni legate 
soprattutto alla cultura contadina. 

«A San Martino ogni mosto diventa vino» 
è il proverbio che accompagna la degustazione 
del vino novello 
proprio in questa circostanza. 
San Martino è legato anche alla Festa del Ringraziamento 
al termine delle stagione agricola e nel passato
 l’11 novembre era la data consueta per i traslochi e 
il rinnovo dei contratti di affitto dei fondi rustici, 
dei pascoli e dei boschi. 

In molte località la festa di San Martino è caratterizzata da
 sagre,  fiere, mostre d’arte ...
convegni sul vino, incontri conviviali, spettacoli di canti popolari, 
degustazioni abbinate a prodotti tipici, pranzi con i vignaioli,
 passeggiate tra i filari dei vigneti.
 Molte sono anche le “cantine aperte”,
 che offrono squisito novello e prodotti tipici della stagione. 

San Martino 
e il vino sono stati cantati in molti componimenti poetici,
 come la ben nota lirica di Giosuè Carducci  
La nebbia a gl’irti colli… 
(in Vino Arte Poesia il testo è in
 L’Ottocento tra Beaudelaire e 
Pascoli, nella sezione Il vino nella poesia). 

Ma anche Pablo Neruda, Gabriele D’Annunzio e,
 nell’antichità, Virgilio e Orazio hanno parlato di 
questo periodo legato al vino.

 San Martino e il vino sono protagonisti anche di 
molti proverbi e canti popolari. 
Innumerevoli anche i detti legati al vino e tante le 
raffigurazioni artistiche, come l’affresco con 
San Martino di Simone Martini,
 la raffigurazione sulla facciata del Duomo di Lucca,
 L’investitura di San Martino nella 
Basilica Inferiore di San Francesco ad Assisi,
 San Martino e il mendicante di El Greco. 

La storia di San Martino affonda le radici in 
tempi lontani, fra storia e leggenda. 

Nasce a Sabaria Sicca in Pannonia, l’attuale Ungheria,
 nel 316 o nel 317. 
Figlio di un ufficiale romano, passa l’infanzia ed è
 educato a Pavia e a 15 anni si arruola nella guardia imperiale;
 successivamente viene inviato in Gallia,
 poi lascia l’esercito e si batte contro l’eresia ariana;
 vive per alcuni anni come eremita,
 diventa vescovo di Tours,
 fonda uno dei primi monasteri dell’Occidente 
e muore nel 397.

Da ragazzino ha contatti con i cristiani e, 
senza che i genitori lo sappiano, 
frequenta le riunioni dei fedeli e diventa catecumeno. 
Giovane umile e generoso, la sua vita è legata ad alcune
 radicate leggende, come quella di tenere puliti i calzari
 di un suo attendente perché lo considera fratello e
 quella di donare metà del suo mantello a un medicante vecchio
 tremante per il freddo gelido.
 Al gesto del generoso cavaliere segue immediatamente 
un cambiamento atmosferico e torna un tiepido clima,
 che si ripete quasi ogni anno, 
ed è l’Estate di San Martino. 
Si narra ancora che, la notte dopo il dono del mantello,
 Martino ha un sogno in cui comprende che il povero era Gesù stesso.
 Un altra leggenda è legata alle oche,
 che fanno scoprire il nascondiglio di Martino che non vuole
 diventare vescovo: perciò in diversi Paesi europei e
 in Alto Adige c’è la tradizione di mangiare l’oca a San Martino. 
Diffusa è anche la processione delle lanterne e la tradizione
 di tenere accesa la lanterna fino a Natale. 
Non mancano neanche dolci ispirati alla ricorrenza,
 come il San Martino in pasta frolla a Venezia. 



03 novembre 2023

4 Novembre

 
 Il 4 novembre 
è un giorno importante 
per la storia d’Italia: 
si celebra in questa data 
l’armistizio che nel 1918 
pose fine alle ostilità tra 
l’Italia e l’Austria - Ungheria, 
concluse sul campo con la vittoriosa 
offensiva di Vittorio Veneto
Una vittoria frutto della dedizione, 
del sacrificio e dell’unità 
del popolo italiano. 
Una vittoria che costò la vita a 
689.000 italiani 
mentre 1.050.000 furono i mutilati 
e i feriti: cifre che devono far riflettere, 
numeri da ricordare.

02 novembre 2023

Commemorazione dei Defunti


 
 

  di William-Adolphe Bouguereau (1825–1905)

Storia

L'idea di commemorare i defunti
 in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino 
che celebrava infatti tutti i morti,
 il sabato prima della domenica di Sessagesima 
- così chiamata prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II
ossia la domenica che precede di due settimane l'inizio della quaresima, 
all'incirca in un periodo compreso fra la fine di gennaio 
ed il mese di febbraio
Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all'abate benedettino
con la riforma cluniacense stabilì infatti che le campane dell'abbazia 
fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri 
del 1 novembre per celebrare i defunti, 
ed il giorno dopo l'eucaristia sarebbe stata offerta
 "pro requie omnium defunctorum"
 successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa Cattolica
Ufficialmente la festività, chiamata originariamente 
Anniversarium Omnium Animarum  
appare per la prima volta nell'Ordo Romanus 

In Italia


È consuetudine, nel giorno dedicato al ricordo dei defunti, 
visitare i cimiteri locali e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari.

In molte località italiane è diffusa l'usanza di preparare alcuni dolciumi, 
chiamati infatti dolci dei morti
per celebrare la giornata. 

In Sicilia durante la notte di Ognissanti la credenza vuole che 
i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme 
alla frutta di Martorana e altri dolci caratteristici.


Nella provincia di Massa Carrara la giornata è l'occasione 
del bèn d'i morti
con il quale in origine gli estinti lasciavano in eredità
 alla famiglia l'onore di distribuire cibo ai più bisognosi, 
mentre chi possedeva una cantina offriva ad ognuno 
un bicchiere di vino; 
ai bambini inoltre veniva messa al collo la sfilza,
 una collana fatta di mele e castagne bollite.


Nella zona del monte Argentario era tradizione cucire
 delle grandi tasche sulla parte anteriore dei vestiti dei bambini orfani,
 affinché ognuno potesse metterci qualcosa in offerta,
 cibo o denaro.
 Vi era inoltre l'usanza di mettere delle piccole scarpe
 sulle tombe dei bambini defunti perché si pensava che
 nella notte del 2 novembre le loro anime
 (dette angioletti)
 tornassero in mezzo ai vivi.

Nelle comunità dell'Italia meridionale 
  si commemorano i defunti secondo la tradizione orientale 

Le celebrazioni vengono effettuate nelle settimane 
precedenti la Quaresima.

In Abruzzo, conformemente a quanto avviene 
nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween
era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi 
poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne. 

01 novembre 2023

TUTTI I SANTI - 1 novembre 2023

TUTTI I SANTI - 1 novembre 2023

Le origini della Festa di Ognissanti o di Tutti i Santi,

 che cade il 1° novembre di ogni anno, 

sono lontanissime e si possono rintracciare al tempo 

dell’antica cultura delle popolazioni celtiche.

 I processi storici e culturali che hanno portato

 questo giorno ad avere un’importanza assoluta 

nel mondo cattolico, sono molti, ma in alcuni testi 

appaiono controversi e discordanti. 

Tutto sembrerebbe risalire alla cultura celtica 

la cui tradizione divideva l’anno solare in due periodi:

 quello in cui c’era la nascita e il rigoglio della natura 

e quello in cui la natura entrava in letargo 

passando un periodo di quiescenza. 

I giorni di inizio di questi due periodi venivano festeggiati, 

il primo, durante il mese di maggio

 (quello della vita, e quindi della rinascita della natura)

 e il secondo a metà autunno

 (quello della morte, e della quiete della natura). 

Questi due giorni venivano chiamati rispettivamente

 Beltane e Samhain. 

Nello stesso periodo storico, presso i romani 

si festeggiava un giorno simile, per significato al Samhain:

la festa in onore di Pomona, dove si salutava la fine del periodo

 agricolo produttivo e si ringraziava la terra per i doni ricevuti. 

Quando Cesare conquisto la Gallia, le due feste pagane, 

celtica e romana, si integrarono e i giorni per il festeggiamento cadevano,

 a secondo delle zone, in un periodo che si collocava tra la fine del 

mese di ottobre e i primi giorni di novembre.

 Solo in seguito i festeggiamenti caddero in un solo giorno

e precisamente tra la notte del 31 ottobre e il primo novembre.

 Questa notte veniva chiamata Nos Galan-Gaeaf, 

cioè notte delle calende d’inverno, 

ed era il momento di maggior contatto tra il mondo 

dei vivi e quello dei morti. 

Con l’affermarsi del cristianesimo, al significato di questa festa, 

prettamente agricola e pagana, se ne sovrappose

 un altro prettamente spirituale e religioso. 

Nel significato religioso si voleva commemorare

 il mondo dell’aldilà o il mondo della morte il cui significato

 viene fatto risalire proprio al Samhain dei Celti. 

Nel VII secolo, con l’avvento al soglio pontificio

 di Papa Bonifacio IV si tentò di andare oltre e 

cambiare la festa pagana in festa cristiana 

dandone così un significato puramente religioso. 

Per togliere ogni residuo di paganesimo, 

l’idea originale fu quella di abolire la festa pagana, 

decisione però che avrebbe scatenato le ire del popolo

 ancora molto ancorato alle antiche tradizioni.

 Si optò quindi per la compensazione e il giorno di 

festa religioso venne chiamato Tutti i Santi,

 giorno in cui poter onorare i santi e che cadeva

 il giorno 13 del mese di maggio. 

La conseguenza di questa decisione fu quella di avere

 due feste affiancate, una pagana e una cristiana.

 Circa due secoli più tardi, e più precisamente nell’835,

 Papa Gregorio IV fece coincidere la data della 

festa cristiana con quella pagana per diminuire 

ancor di più il peso dell’antico culto pre cristiano.

 Il giorno della festa di Tutti i Santi cadeva quindi 

il 1° novembre di ogni anno 

in coincidenza del giorno successivo alla notte 

delle calende d’inverno.

 Ma anche questo non bastò a sradicare il culto pagano, 

cosicché la chiesa introdusse nel X secolo una nuova festa,

 quella dedicata ai morti, che cadeva il 2 novembre. 

Durante i festeggiamenti del 2 novembre,

 dove venivano ricordate le anime degli estinti,

 i loro cari si mascheravano da angeli e diavoli e,

 come nella tradizione celtica,

 accendevano grandi fuochi.

 Nel 1475 la festività di Ognissanti venne resa 

obbligatoria in tutta la Chiesa d’occidente da Sisto IV

 ma il culto pagano, in special modo quello celtico,

 nonostante un lungo periodo di quasi totale dimenticanza,

 è sempre sopravvissuto nella cultura dei popoli europei

 fino ai giorni nostri.

 Infatti la notte di Nos Galan-Gaeaf dell’antica cultura celtica

 viene rievocata, soprattutto nei paesi di 

cultura anglosassone, nella notte di Halloween

 il cui significato è proprio 

vigilia di Ognissanti o di Tutti i Santi .

  notizie prese da:

http://www.mitiemisteri.it/significato_storia_e_origine_delle_festivita/significato_e_origine_della_festa_di_ognissanti.html

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Amo la spontaneità e mi affido all'intuizione.

I risultati migliori infatti li ottenevo quando fotografo all'insaputa del soggetto, e la foto è pura espressività.

Infine, penso alla fotografia come ad un'arte che matura e si evolve attraverso la passione, l'impegno e a una continua ricerca.

La fotografia è anche, un dettaglio della Vita, poter rivivere con serenità i ricordi di un momento particolare.

In queste pagine sono lieto nel proporvi alcuni scatti fotografici dove la naturalezza della scena evidenzia particolari in grado di rendere bella una foto e addolcire la scena fotografata.


Non mi è stato possibile chiedere a tutte le persone, le cui foto sono presenti in questo sito, se gradivano o meno questo inserimento; qualora qualcuna si ritenga offesa o infastidita da ciò, non ha che da telefonarmi o inviarmi e-mail all'indirizzo sotto pagina indicato ed io provvederò a togliere la o le foto indicatemi !

Ricordo a tutti, in ogni caso,

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-.-