20 aprile 2019

Come eravamo... Sabato Santo 'la Veglia' del 22 marzo 2008 con il vescovo Michele Castoro

 

 
 foto della precedente edizione

In occasione della Pasqua, 
che i cristiani considerano come 
la festa più importante,

 la Chiesa cattolica ha nella veglia pasquale
 il culmine di tutte le celebrazioni. 
Classificata come 
"Madre di tutte le veglie"
 la veglia pasquale è anche la più ricca e lunga 
tra tutte le messe dell'anno.
 Si celebra fra il tramonto del sabato e l'alba 
della domenica, e quello che si celebra è 
la vittoria sul peccato e sulla morte
 da parte di Gesù Cristo. 
La cerimonia si articola in quattro parti,
 la prima delle quali si svolge all'esterno della chiesa.
  1. La prima parte è la Liturgia del Lucernario. La chiesa è completamente al buio, lasciata così dal Venerdì Santo. Il clero ne esce in processione fuori, sul sagrato, dove trova un braciere precedentemente preparato, col fuoco acceso. Quest'ultimo viene benedetto e dalla sua fiamma viene acceso il Cero pasquale, che viene a sua volta benedetto dal celebrante, che vi traccia sopra una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno. Poi prende cinque grani di incenso e li conficca alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi tutti entrano in processione dentro la chiesa, dietro al cero pasquale, col diacono che intona per tre volte "Lumen Christi" (La luce di Cristo), e il popolo risponde "Deo Gratias" (Rendiamo grazie a Dio). Nel frattempo, tutti accendono una candela. Quindi viene riposto e incensato il cero pasquale e il libro, dal quale un diacono, o un cantore, intona l'Exultet (Preconio Pasquale) o annuncio pasquale. Terminato l'annuncio tutti spengono le candele.
  2. Segue poi una ricca Liturgia della Parola, comprendente 7 letture e 8 salmi dall'antico testamento, un'epistola di San Paolo apostolo, più il vangelo. Quest'ultimo cambia in base all'anno liturgico (A, B o C). Dopo ogni lettura e ogni salmo vi è l'orazione del celebrante. Per abbreviare, è possibile ridurre il numero di letture dell'antico testamento da 7 a 3, ma la lettura dell'Esodo è sempre obbligatoria. Dopo l'orazione alla settima lettura, anche le candele dell'altare vengono accese e il celebrante intona il Gloria, cantato da tutti, con l'accompagnamento dell'organo e il suono delle campane (momento che di solito viene fatto coincidere con la mezzanotte). Dopo il vangelo c'è l'omelia.
  3. Poi c'è la Liturgia Battesimale. È infatti in uso celebrare anche dei battesimi, la notte di Pasqua. Tutti i fedeli riaccendono la candela che avevano all'inizio. Dopo aver cantato le Litanie dei Santi, c'è l'immersione del Cero pasquale nell'acqua del Battistero, la benedizione ed aspersione di tutto il popolo con l'acqua e poi i battesimi veri e propri, con la professione delle promesse battesimali, che sostituiscono il Credo.
  4. L'ultimo atto è la Liturgia Eucaristica, articolata come in tutte le messe. Alla fine, il celebrante dà la benedizione, concludendo così la celebrazione del Triduo pasquale, cominciata il Giovedì santo con la Messa in Cena Domini.

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Dedicavo gran parte del mio tempo a realizzare scatti, sempre con l'intento di cogliere l'attimo negli eventi, nelle cose e nelle manifestazioni più varie della natura.

Amo la spontaneità e mi affido all'intuizione.

I risultati migliori infatti li ottenevo quando fotografo all'insaputa del soggetto, e la foto è pura espressività.

Infine, penso alla fotografia come ad un'arte che matura e si evolve attraverso la passione, l'impegno e a una continua ricerca.

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