31 maggio 2014

Santa Lucia... da Venezia il suo Santo Corpo... il ringraziamento del Rettore del Santuario di S. Lucia don Franco Candita

 
" Il ringraziamento del Rettore del Santuario di S. Lucia "
al termine dell’evento traslazione temporanea
del corpo di S. Lucia da Venezia a Erchie

Prendo la parola ora e mi taccio dopo.
 In questa concelebrazione del vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanello
 col clero diocesano e col popolo di Dio
 presente e con coloro che si uniscono spiritualmente a noi, 
eleviamo il più bel ringraziamento a Dio 
che mediante l’amore di Gesù ha suscitato in Lucia di Siracusa,
 Veneziana di adozione, 
una testimone fedele del Vangelo. 
Il corpo di santa Lucia nei nove giorni di permanenza nel
 Santuario di Erchie
 è stato venerato dagli abitanti di questa città e
 da migliaia di pellegrini. 
Grazie a Dio e un grazie a tanti. 
A lei, che ha presenziato alle celebrazioni dell’arrivo e
 oggi festa di santa Lucia il nostro grazie.

Mi auguro che Erchie possa diventare centro di
 fede nel Risorto e di contemplazione della gloria di santa Lucia
 che ha offerto la vita per Iddio e i fratelli.
 Divenga, Erchie, un pilastro di quel ponte ideale tra
 Siracusa e Venezia;
 con Siracusa si è realizzato il gemellaggio nel 2009,
 e don Sebastiano Amenta, 
in rappresentanza dell’arcivescovo Mons. Pappalardo, 
è un artefice di tale realizzazione e dell’ostensione di
 oggetti relati al culto di s. Lucia. 
Con Venezia ci stringe,
 per concessione del Patriarca S.Ecc. Mons. F. Muraglia
 della traslazione temporanea del corpo di santa Lucia,
 quasi un patto di fede nel nome di Lucia. 
In ciò l’interessamento di Mons. Orlando Barbaro, 
di don Renzo Scarpa, 
e di don Giuseppe Costantini,
 Prefetto delle reliquie della diocesi Veneta,
 hanno sortito l’avveramento di un evento tanto desiderato.
 L’uno e l’altro evento erano un desiderio ardente di un piccolo gruppo,
 all’inizio, del signor sindaco Giuseppe Margheriti e
 del rettore pro tempore del Santuario don Gianfranco Aquino
 e fatto mio, con l’incoraggiamento e il sostegno fermo e
 azzardato del nostro vescovo 
Mons. Pisanello.

A questi primi ringraziamenti aggiungo subito quelli per tantissimi di voi,
 e sarei mortificato se ne dimenticassi qualcuno. 

Perciò dico grazie a tutti: 
all’Amministrazione comunale che ha sostenuto la causa dell’evento,
 considerato più che straordinario,
 agli Uffici dove i loro dirigenti e il personale nel silenzio e
 con dedizione hanno collaborato con la segreterìa del Sindaco e
 la dott.ssa Agata e la Protezione civile. 
Grazie agli uomini della vigilanza, alle autorità militari:
 al Maresciallo e ai carabinieri di Erchie,
 al comandante e ai Vigili urbani;
 grazie a tutti coloro che hanno reso le celebrazioni liturgiche decorose e
 solenni: i cori e le scholae cantorum. 
Alle associazioni, ai gruppi dei portatori e delle portatrici e
 al Comitato S. Lucia che hanno collaborato nel 
mantenere ordine e offrire servizi nel Santuario permettendo un
 ordinato e scorrevole omaggio alla santa, a tutti grazie.

  Grazie a tanti che nel silenzio operoso, 
con umiltà e grande disponibilità,
 senza un briciolo di visibilità,
 hanno reso possibile questa gioiosa iniziativa di fede
 che ha coinvolto migliaia e migliaia di persone.
L’ostensione del corpo della santa è stata fruibile anche
 dalle persone anziane o impossibilitate a parteciparvi fisicamente,
 mediante immagini, 
filmati e articoli sull’evento offerti dai mezzi di
 comunicazione e ciò per l’interessamento e 
l’impegno del Credito Cooperativo di Erchie. 
Grazie ai tanti che con il loro sostegno economico e
 le offerte hanno reso possibile organizzare una festa di popolo. 
I pellegrini, nelle brevi o prolungate soste davanti alla santa,
 hanno potuto esprimere i loro voti,
 le loro sofferenze e le invocazioni di aiuto per un ammalato o
 per un figlio in difficoltà economiche o disagio morale. 
Ciò fa passare sopra a immiserimenti di valutazioni sull’opportunità o
 meno di questa manifestazione.
 È giornata di festa, di richiesta di grazia,
 è giorno dell’amore che fa condividere le sofferenze con 
chi soffre e la gioia con chi gioisce.
  
La santità di Lucia socializza la fede e rende vivibili le nostre città,
 dà forza alla carità e alla speranza,
 e rende dinamica e solidale la vita e l’esistenza.

Da ultimo, ma non per questo ultimi, ma insieme con i primi,
 un grazie sentito e cordiale al parroco don Domenico Carenza e
 al suo collaboratore don Giuseppe Leporale;
 con loro abbiamo programmato quanto ci competeva 
ed essi hanno dimostrato che si può cooperare senza che
 ci siano competizioni inutili e dannose. 
La molteplicità delle iniziative richiedeva presenze contemporanee 
in diverse iniziative e ciò è avvenuto, ognuno ha fatto la sua parte.
 Il santuario e le parrocchie sono per i fedeli,
 cui bisogna prestare tutte le attenzioni e offrire la parola di Dio,
 i sacramenti e ogni aiuto spirituale optando per la benevolenza di Dio e
 la protezione di santa Lucia e di sant’Irene che
 dal cielo vegliano su questa popolazione.
Tutto rimarrà a lungo nella memoria e nella storia personale di
 ognuno di noi e di Erchie tutta. 
Grazie a tutti e santa partecipazione al convito eucaristico
 del Signore che stiamo celebrando! "

                                                                                     don Franco Candita*
* Rettore del Santuario di S. Lucia in ERCHIE (BR)


http://www.youblisher.com/p/868124-Programma-Santa-Lucia-a-Erchie-2014/
http://www.youblisher.com/p/868124-Programma-Santa-Lucia-a-Erchie-2014/
IL SANTUARIO DI S. LUCIA IN ERCHIE    
                                                                                                                                 
                                                                                              Giuseppe MORLEO
SANTUARIO DI SANTA LUCIA V. M. FACCIATA SUD CHIESA SUPERIORE
A sud ovest della provincia di Brindisi, nel cuore della vecchia “ Terra d’Otranto”, all’interno di quello che una volta era indicato come “Ager della Foresta Uritana” , oggi in una valle di ulivi rigogliosi e ultrasecolari, tra trulli e muretti di pietra a secco, che disegnano il paesaggio, è ubicato l’antico borgo oggi indicato col nome di  “Erchie”. Nome altisonante che presuppone  nobili origini legate al culto di Ercole, Hercules romano,  Eracle greco, divinità venerata  anche nella civiltà messapica.
Cuore pulsante del centro urbano è l’antico Santuario dedicato alla Santa Siracusana”  S. Lucia V. M.”, (morta martire il 13 dicembre 304). Questo edificio di origine Basiliana, fu innalzato a Santuario della Santa solo nel 1605, dal Vescovo di Oria, Monsignor Lucio Fornari, poiché è certo che qui abbia sostato il corpo della Santa nel suo ultimo viaggio, da  Siracusa a Costantinopoli. 
Per questo motivo il comune di Erchie  è gemellato con la città di Siracusa.
SANTUARIO DI SANTA LUCIA - CRIPTA BASILIANA.
Ancora oggi sull’altare del Santuario sono conservati alcune  reliquie della Santa, venerate  da ingenti folle di pellegrini, che giungono qui da tutto il Salento in occasione delle festività,
 (13 dicembre e II giovedì dopo Pasqua).
Il santuario posizionato nell’antica Piazza del Municipio, oggi Piazza Umberto I, è una  struttura complessa (costituita da tre chiese su tre  diversi livelli ).
 Isolato dal resto degli edifici prospicienti la piazza, sulla quale si affacciano architetture  degne  di nota quale: la Chiesa Matrice, (cappella, costruita intorno al ‘400 e dedicata a  Santa Maria Veteranorum, oggi  dedicata al culto della “Natività di Maria Vergine” in riconoscenza per lo scampato pericolo dalla peste), la cappella di S.Nicola  ed il Palazzo Ducale dei Laviani, (oggi sede del Municipio), 
costruito tra il 1737-1754 per conto di don Giuseppe Laviani, marchese del Tito,
 duca di Satriano e barone di Erchie.
 Il paese  pur avendo origini illustri legate al  periodo classico (messapico, greco e romano),
 di fatto, a parte rinvenimenti episodici, acquisisce le connotazioni di vero e proprio centro urbano, 
nel tardo antico, durante la fuga  dall’oriente dei Monaci Basiliani che, 
perseguitati da Leone Isaurico, fuggono dall’Oriente  trasferendosi 
 nell' Italia  meridionale ed in particolare nel Salento .
Queste comunità monastiche organizzate, portano le loro tecniche e le conoscenze 
di un oriente più avanzato dell’occidente, sviluppando la cosiddetta 
 “civiltà rupestre”, legata fondamentalmente alla necessità di difesa in un periodo storico,
 caratterizzato da un vuoto di potere, dovuto al crollo delle strutture dello Stato.
 Situazione  che aveva  consentito saccheggi e invasioni di vario tipo,
 (Goti, Bizantini, Longobardi e Arabi).
Per cui le popolazioni abbandonarono i centri urbani e costieri e si rifugiarono nelle foreste,
 e intorno ai centri  basiliani si costituirono vere e proprie comunità. 
Tale fu realmente l’origine di Erchie. 
In un territorio privo di fiumi superficiali, la vita nasceva e si sviluppava intorno 
alle sorgenti di acqua, come  quella perenne detta: 
“ di S.Lucia “. 
Infatti, l’abbondanza di acqua e la carsicità del territorio, 
ricco di  grotte naturali  ha consentito un primo insediamento umano
 intorno al quale in epoca successiva  e in periodi relativamente “più tranquilli”,
 sono sorte le prime case.

SANTUARIO DI SANTA LUCIA  CHIESA INFERIORE - La sorgente miracolosa
Nel territorio comunale di Erchie sono infatti presenti molte grotte naturali all’epoca 
 abitate dai monaci di S. Basilio, ma l’unica “grancia”  
 dotata anche di una sorgente perenne era quella posta al centro
 dell’attuale piazza di Erchie,
(oggi  la sorgente si trova  nella chiesa inferiore di santa Lucia).
La cripta, che è il cuore pulsante dell’intera "Fabbrica di S. Lucia", 
in origine era coperta da roccia naturale, 
sicuramente crollata  in epoca successiva a seguito dei continui allagamenti della zona,
 per cui venne   coperta con una volta a botte in conci di tufo 
ed affrescata con iconostasi  rappresentanti santi e vescovi  del periodo bizantino.
 La predetta  volta  ha subito varie modifiche in altezza legate ai continui allagamenti 
ed alla necessità di modificare il piano di calpestio della chiesa superiore.
Presumibilmente la cripta Basiliana, ove oggi si venera il culto di S.Lucia,
 precedentemente era dedicata al culto di altri Santi, 
come è evidenziato negli affreschi ancora oggi visibili sulle pareti resi illeggibili 
a causa degli innumerevoli graffiti 
 e per le diverse modifiche della volta di copertura, 
lavori che hanno reso acefali i soggetti dell’affresco.
 In epoca successiva, si suppone che a seguito della sosta del corpo di S.Lucia martire Siracusana, 
per gli innumerevoli prodigi che la Santa, per sua  intercessione ha profuso,
 la cripta Basiliana e  l’intero Santuario sono  stati dedicati esclusivamente al culto di S.Lucia.
 La Cripta, di forma quadrangolare, ha un piano di calpestio  
 posto ad una altezza di circa m.- 2.50  dal livello stradale.
I muri perimetrali presentano notevoli tracce di affreschi, 
per lo più resi illeggibili a causa delle efflorescenze e dei muschi ma sopratutto 
 a causa delle profonde incisioni praticate dai pellegrini in segno, indelebile, del loro passaggio.
 Altro elemento che ha contribuito a deturpare il ciclo degli affreschi bizantini 
posti nella fascia superiore della cripta è  dato dal taglio effettuato sui muri 
per la diversa impostazione della volta di copertura .
Gli affreschi riportati sulle pareti della Cripta Basiliana,
sembrano costituiti  da due cicli pittorici di epoche diverse ovvero:
 la più antica  è individuabile nella parte superiore della parete sud della cripta 
ove è stata ricavata la nicchia della Statua di S.Lucia e 
 rappresenta le figure di Santi e Vescovi  di culto orientale portato dai  monaci Basiliani.
 Dello stesso periodo  si ritiene debba essere l’immagine del Santo 
posto superiormente al medaglione  raffigurante  “lo sbarco”  
 che si trova all’arrivo della scala che collega la chiesa inferiore con la cripta.

SANTUARIO DI SANTA LUCIA DETTAGLIO  AFFRESCO RAFFIGURANTE LO SBARCO (situazione reale e ricostruzione virtuale effettuata nel progetto di restauro - arch. G. MORLEO)
-Di epoca successiva, si ritiene, debbano essere gli affreschi raffiguranti 
paesaggi inquadrati da elementi architettonici e floreali  realizzati  
 nelle pareti est ed ovest. 
L’unica immagine ancora leggibile è data dal medaglione riportante 
una scena marina che, a detta di taluni storici locali, rappresenterebbe lo sbarco 
della spoglie di S. Lucia sul territorio Salentino.
Ancora nella parte sottostante del muro sud della Cripta vi è una costruzione pittorica 
elaborata secondo una rudimentale vista prospettica.
 Si ritiene che questo secondo ciclo pittorico possa ricondursi 
come periodo storico a quello presente nelle stanze vescovili della Curia di Oria,
 e realizzato durante l’epoca di reggenza del Vescovo Mons. Bovio,
 che più volte ha visitato il Santuario di S. Lucia di Erchie e per esso si era 
prodigato al fine di migliorarlo sia sotto l’aspetto strutturale che sotto l’aspetto estetico.
 L’intero ciclo pittorico attualmente versa in una condizione di degrado,
 in molti casi irreversibile per le notevoli parti mancanti,
 e abbisognevole di un incisivo intervento prima della sua  perdita totale.
 Di grande impatto emotivo è la grande cariatide in pietra raffigurante S.Lucia.

SANTUARIO DI SANTA LUCIA INTERNO CHIESA SUPERIORE.
La chiesa superiore iniziata nel 700  risulta  completata nell’anno 1804,
 (data leggibile sul medaglione centrale della facciata sud),
essa  ha subito nei secoli notevoli rifacimenti, 
per la maggior parte legate sempre a problemi alluvionali.
 Attualmente si presenta a pianta di croce latina con abside appena accennata.
La copertura è costituita da  volte  in muratura di varia geometria,
 a crociera nella navata principale e nel transetto ed a botte nei cappelloni laterali. 
La navata è impostata su quattro archi a tutto sesto  e tra questi si sviluppano le volte in muratura,
 del tipo a crociera con velette  ed  archi a sesto acuto ricadenti su paraste 
con capitelli di ordine composito,paraste che dividono le cappelle radiali. 
Sopra i capitelli corre l'architrave evidenziato da una cornice fortemente aggettante 
che in un certo senso ne limita lo slancio verticale. 
Nell’ ordine superiore, sono ubicate le finestre che danno all’esterno e sono 
  interposte tra i costoloni di rinforzo.

  CHIESA SUPERIORE.
La costruzione, semplice e disadorna all’interno, si impone sull’invaso della piazza
 per lo slancio e la semplicità delle sue facciate, che insieme a quella della chiesa Madre
 posta di fronte e del palazzo ducale, inquadrano una area urbana, la piazza,
 di notevole suggestività.
La facciata a sud è scandita da paraste, cornicioni e cornici. 
Attualmente essa mostra un unico portale d’ingresso, purtroppo mutilo di quello 
che era il completamento delle cornici originali. 
Quattro paraste di ordine composito dividono la facciata in tre parti . 
Sopra i  capitelli delle paraste corre un elegante architrave  dominato dalla presenza 
di un rosone dalle linee sinuose ed eleganti. 
Il piano superiore della facciata è anch’esso liscio, diviso in tre parti da due paraste 
che sorreggono capitelli di sapore classicheggiante.
 Le due paraste superiori sono in asse con le due centrali inferiori, mentre,
 quelle laterali del piano superiore, nella parti alte,
 si trasformano in leggere volute che ne restringono la facciata slanciandola verso l’alto.
Il piano superiore è completato anch’esso da una cornice da cui si eleva il muro
 d’attico che con due volute tende a restringersi verso la croce acroterica.
 Completano la parte superiore della facciata due pinnacoli in tufo locale.

LA CHIESA INTERRATA
Nel '500, intorno alla grava naturale, ove sgorga l'acqua ritenuta miracolosa,
 fu eretto il primo tempio sottostante l’attuale santuario.
 Lo stesso ha subito nel corso degli anni molti rimaneggiamenti, anche a causa di crolli,
 fino a raggiungere, con la realizzazione della facciata nord, l'attuale configurazione.

SANTUARIO DI SANTA LUCIA - CHIESA INFERIORE.
Quasi interamente interrato, con una quota pavimento sotto il piano stradale 
di circa m.- 8.30, è posizionato a nord - ovest dell'intero con il fronte e
 l'accesso principale prospiciente la villa comunale, attuale “ piazzetta Laviani”.
 Oggi alla chiesa inferiore  si accede mediante una ardita scalinata
  realizzata in pietra calcarea su archi rampanti che si apre su un ampio 
vano diviso in due ambienti.
In aderenza alla muratura sud del vano  posto sotto l’abside della  chiesa superiore,
 è collocato l'altare di pietra  con retrostante nicchia ove è posta la statua del '600
 raffigurante Santa Lucia. 
Al lato dell’altare vi è  la fonte d'acqua perenne ritenuta miracolosa 
per le innumerevoli guarigioni alla vista, 
che in questo posto risultano avvenute e documentate negli annali del Santuario
 e presso la Curia Vescovile di Oria. 
Altro elemento di apprezzabile valore artistico è dato dal pavimento 
in maioliche della fine del '800 ,inizi '900 e dal medaglione in maiolica 
posto in prossimità della sorgente e raffigurante  la mucca inginocchiata davanti alla fonte,
 così come recita  la tradizione popolare.
A differenza della facciata prospiciente, la Piazza, quella posteriore,
 relativa alla chiesa interrata, è organizzata con  archi trilobati di gusto gotico. 
Essa  è costituita da cinque archi trilobati a sesto acuto,
 che si rincorrono per tutta la larghezza della stessa con numerose decorazioni di tipo neoclassico.
  Si suppone che il progettista abbia qui dovuto risolvere non solo il problema
 della disposizione della facciata, ma anche, quello di creare una certa monumentalità.
Tanto è stato già fatto per la rinascita di questo scrigno d’arte e cultura religiosa,
 ma il completamento del restauro del santuario, con il recupero degli affreschi bizantini,
 delle maioliche del pavimento,la deumidificazione del tempio interrato e
 la realizzazione di un buon sistema di illuminazione, porterà finalmente
  il nostro Santuario agli antichi splendori,
 restituendolo alla comunità cristiana, 
                 tanto devota a Santa Lucia.        
                                                                                              


IL CULTO DI SANTA LUCIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE.
LA SPECIFICITÀ IN ERCHIE.          

                                                                                                                Giacomo Carito*

1.        Il sindaco Giuseppe Margheriti ha sottolineato “È la meta che dà significato al viaggio iniziato due anni fa e i bravi marinai non nascono da mari tranquilli. Il gemellaggio con Siracusa ha significato, sicuramente, una crescita concreta sia culturale che economica, è stato un modo per entrare in contatto più da vicino, con realtà sociali diverse, con differenti abitudini, tradizioni, musiche, cibi, necessità ed aspirazioni. Auguro a tutti gli ercolani, ai cari amici che giungeranno dalla Sicilia, dal Veneto e dalla Nostra Puglia, e a quanti vorranno essere con noi, di poter trascorrere ore serene e godere di un clima di fede, cultura e tradizione”. 
Anche don Franco Candita, delegato vescovile cui è commessa la cura del santuario, non ha mancato di rimarcare la specificità della festa di primavera nel senso dell’accoglienza Con occhi ancora la visione di tante presenze di giovani e adulti, di uomini e donne che con fede in tantissimi hanno venerato le sacre reliquie qui trasportate da Siracusa nello scorso anno”.

2.                Con ciò, si direbbe, si riscopre il senso profondo del culto di santa Lucia in Erchie che si sbaglierebbe a collocare nel contesto di una società chiusa, economicamente e geograficamente e perciò relativamente estranea a stimoli esterni. Il mondo rurale, al contrario, conosce una serie di spazi che, se pur in modo non specifico, sono destinati ai contatti e agli scambi. Questi luoghi d’incontro e comunicazione sono anzitutto la chiesa e la piazza in cui hanno sede le fiere (la Fiera di santa Lucia) e i mercati, quasi sempre legati a festività religiose, occasioni sia di scambi commerciali sia di contatti con membri di altre comunità in occasione di pellegrinaggi diretti al santuario del luogo. Il culto, il sacro, segno di universalità e legame col divino, si particolarizza e determina nell’esteriorità dello scambio e dell’incontro.
3.                Grazie alla chiesa, il mondo, anche nei suoi pervertimenti, aveva un senso e una coerenza. La religione non solo metteva, in comunicazione il paese con le vaste forze soprannaturali e naturali che reggono il cosmo e le anime, ma anche col passato e il presente del territorio la cui storia si confondeva quasi con quella della religione cattolica.I santi vengono sottratti alla penombra delle chiese perché osservino con i loro stessi occhi la siccità che affligge i fedeli e per sentire da vicino le loro preghiere. I gesti e le parole devono essere ripetitivi perché possano essere efficaci, devono avere la forma e la lingua del passato…Né l’individuo né la società sono indipendenti dalla natura e questa, anche quando viene insistentemente negata dalla cultura, finisce immancabilmente con l’imporsi e trionfare su quest’ultima condizionandone la tessitura simbolica” (C. Giuffrida).

4.                Tutto ciò è necessario per capire come è bene evitare impostazioni impressionistiche della locale vita religiosa in cui non mancano, peraltro, riferimenti simbolici all'unità delle chiese attraverso il culto per santa Lucia che rappresenta, potremmo dire, un momento di pace ecumenica tra le comunità greca e latina di Erchie.
Comunità di rito greco dovevano essere attive in quest’area almeno dal grande episcopato di Teodosio. … E’  accertato che i rapporti tra monaci dell'Oriente e del Salento furono più stretti a partire dal IX secolo.

5.                Il culto tributato a Santa Lucia da chi desiderava guarire dai disturbi della vista si allacciava sia alla forma di tortura patita dalla santa prima del martirio, l’accecamento, sia al gioco di parole tra il latino “lux” cioè luce e il nome proprio Lucia, trasformando la santa in colei che è apportatrice di luce, per volontà del destino riflessa nel nome. Si tratta di un procedimento che, in Erchie, utilizza il vescovo Lucio Fornari (1601-18) nell’epigrafe per la quale fissa la memoria degli interventi effettuati, a proprie spese, il 1605 a vantaggio del santuario.

6.                Oltre al 13 dicembre, giorno in cui ricorre la memoria liturgica secondo il calendario romano, ad Erchie si è soliti celebrare la festa civile della santa siracusana, il secondo giovedì dopo Pasqua di ogni anno.  È antica la tradizione cristiana secondo cui le memorie dei santi martiri erano venerate particolarmente nel tempo pasquale, periodo in cui la chiesa celebra la vittoria di Cristo sulla morte. La doppia festività in Puglia si colloca, parrebbe, a copertura dell’anno agrario; l’una per il periodo autunnale - invernale, l’altra per quello di primavera-estate. …
7.                I secolari pellegrinaggi della perdonanza primaverile di santa Lucia, ossia l’usanza di recarsi al Santuario, confessarsi e chiedere perdono per i peccati offrendo come attestazione di fede il pellegrinaggio stesso, cominciano il II giovedì dopo Pasqua, si intensificano durante quelli successivi e le domeniche del periodo pasquale, intrecciandosi durante il periodo primaverile con le visite ad altri santuari vicini: San Cosimo alla Macchia ad Oria il V giovedì dopo Pasqua e Madonna della Croce a Francavilla Fontana il VI giovedì dopo Pasqua…  Lucia rischiara le luci dell’inverno e le incertezze sull’anno che verrà; con pienezza di simbolismo, nella sua notte, i fuochi spengono il buio.

                                 *(Direttore dell'Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Brindisi)


AVVISO
Si avvisano i pellegrini
 portatori di 
handicap e loro famiglie
che
per l’occasione dal
23/4 al 2/5 c.a.
dell’ Ostensione delle sacre spoglie
di  Santa Lucia ad Erchie,
questa Associazione mette a disposizione
 la sua sede di via P.Tatulli,1 c/o
la ex scuola media come punto di
 ristoro e relax per i momenti fermi
di questa meravigliosa manifestazione
che porterà finalmente il
Sacro Corpo
 della nostra protettrice
da Venezia a Erchie.
per info: 3480402084
e-mail: spartacolori@tiscali.it
e presso
'Da Sparta A Un Mondo A Colori'

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