al termine
dell’evento traslazione temporanea
del corpo di S. Lucia
da Venezia a Erchie
Prendo la parola ora e mi
taccio dopo.
In questa concelebrazione del vescovo di Oria Mons. Vincenzo
Pisanello
col clero diocesano e col popolo di Dio
presente e con coloro che si
uniscono spiritualmente a noi,
eleviamo il più bel ringraziamento a Dio
che mediante l’amore di Gesù ha suscitato in Lucia di Siracusa,
Veneziana di
adozione,
una testimone fedele del Vangelo.
Il corpo di santa Lucia nei nove
giorni di permanenza nel
Santuario di Erchie
è stato venerato dagli abitanti di
questa città e
da migliaia di pellegrini.
Grazie a Dio e un grazie a tanti.
A
lei, che ha presenziato alle celebrazioni dell’arrivo e
oggi festa di santa
Lucia il nostro grazie.
Mi auguro che Erchie possa
diventare centro di
fede nel Risorto e di contemplazione della gloria di santa
Lucia
che ha offerto la vita per Iddio e i fratelli.
Divenga, Erchie, un
pilastro di quel ponte ideale tra
Siracusa e Venezia;
con
Siracusa si è realizzato il gemellaggio nel 2009,
e don Sebastiano Amenta,
in
rappresentanza dell’arcivescovo Mons. Pappalardo,
è un artefice di tale
realizzazione e dell’ostensione di
oggetti relati al culto di s. Lucia.
Con
Venezia ci stringe,
per concessione del Patriarca S.Ecc. Mons. F. Muraglia
della traslazione temporanea del corpo di santa Lucia,
quasi un patto di fede
nel nome di Lucia.
In ciò l’interessamento di Mons. Orlando Barbaro,
di don
Renzo Scarpa,
e di don Giuseppe Costantini,
Prefetto delle reliquie della
diocesi Veneta,
hanno sortito l’avveramento di un evento tanto desiderato.
L’uno e l’altro evento erano un desiderio ardente di un piccolo gruppo,
all’inizio, del signor sindaco Giuseppe Margheriti e
del rettore pro tempore
del Santuario don Gianfranco Aquino
e fatto mio, con l’incoraggiamento e il
sostegno fermo e
azzardato del nostro vescovo
Mons. Pisanello.
A questi primi ringraziamenti
aggiungo subito quelli per tantissimi di voi,
e sarei mortificato se ne dimenticassi
qualcuno.
Perciò dico grazie a tutti:
all’Amministrazione comunale che ha sostenuto la causa dell’evento,
considerato
più che straordinario,
agli Uffici dove i loro dirigenti e il personale nel
silenzio e
con dedizione hanno collaborato con la segreterìa del Sindaco e
la
dott.ssa Agata e la Protezione civile.
Grazie agli uomini della vigilanza, alle
autorità militari:
al Maresciallo e ai carabinieri di Erchie,
al comandante e
ai Vigili urbani;
grazie a tutti coloro che hanno reso le celebrazioni liturgiche
decorose e
solenni: i cori e le scholae cantorum.
Alle associazioni, ai gruppi
dei portatori e delle portatrici e
al Comitato S. Lucia che hanno collaborato
nel
mantenere ordine e offrire servizi nel Santuario permettendo un
ordinato e
scorrevole omaggio alla santa, a tutti grazie.
Grazie a tanti che nel silenzio operoso,
con umiltà e grande
disponibilità,
senza un briciolo di visibilità,
hanno reso possibile questa
gioiosa iniziativa di fede
che ha coinvolto migliaia e migliaia di persone.
L’ostensione del corpo della
santa è stata fruibile anche
dalle persone anziane o impossibilitate a
parteciparvi fisicamente,
mediante immagini,
filmati e articoli sull’evento
offerti dai mezzi di
comunicazione e ciò per l’interessamento e
l’impegno del
Credito Cooperativo di Erchie.
Grazie ai tanti che con il
loro sostegno economico e
le offerte hanno reso possibile organizzare una festa
di popolo.
I pellegrini, nelle brevi o prolungate soste davanti alla santa,
hanno potuto esprimere i loro voti,
le loro sofferenze e le invocazioni di
aiuto per un ammalato o
per un figlio in difficoltà economiche o disagio
morale.
Ciò fa passare sopra a immiserimenti di valutazioni sull’opportunità o
meno di questa manifestazione.
È giornata di festa, di richiesta di grazia,
è
giorno dell’amore che fa condividere le sofferenze con
chi soffre e la gioia
con chi gioisce.
La santità di Lucia socializza la fede e rende vivibili
le nostre città,
dà forza alla carità e alla speranza,
e rende dinamica
e solidale la vita e l’esistenza.
Da ultimo, ma non per questo
ultimi, ma insieme con i primi,
un grazie sentito e cordiale al parroco don
Domenico Carenza e
al suo collaboratore don Giuseppe Leporale;
con loro abbiamo
programmato quanto ci competeva
ed essi hanno dimostrato che si può cooperare
senza che
ci siano competizioni inutili e dannose.
La molteplicità delle
iniziative richiedeva presenze contemporanee
in diverse iniziative e ciò è
avvenuto, ognuno ha fatto la sua parte.
Il santuario e le parrocchie sono per i
fedeli,
cui bisogna prestare tutte le attenzioni e offrire la parola di Dio,
i
sacramenti e ogni aiuto spirituale optando per la benevolenza di Dio e
la
protezione di santa Lucia e di sant’Irene che
dal cielo vegliano su questa
popolazione.
Tutto rimarrà a lungo nella memoria e nella storia personale di
ognuno di noi e di Erchie tutta.
Grazie a tutti e santa partecipazione al
convito eucaristico
del Signore che stiamo celebrando! "
don
Franco Candita*
* Rettore del Santuario di
S. Lucia in ERCHIE (BR)
IL
SANTUARIO DI S. LUCIA IN ERCHIE
Giuseppe MORLEO
SANTUARIO
DI SANTA LUCIA V. M. FACCIATA SUD CHIESA SUPERIORE
A sud ovest della provincia di Brindisi, nel cuore
della vecchia “ Terra d’Otranto”, all’interno di quello che una volta era
indicato come “Ager della Foresta Uritana” , oggi in una valle di ulivi
rigogliosi e ultrasecolari, tra trulli e muretti di pietra a secco, che
disegnano il paesaggio, è ubicato l’antico borgo oggi indicato col nome di “Erchie”. Nome altisonante che
presuppone nobili origini legate al
culto di Ercole, Hercules romano, Eracle
greco, divinità venerata anche nella
civiltà messapica.
Cuore pulsante del centro urbano è l’antico Santuario
dedicato alla Santa Siracusana” S. Lucia
V. M.”, (morta martire il 13 dicembre 304). Questo edificio di origine
Basiliana, fu innalzato a Santuario della Santa solo nel 1605, dal Vescovo di
Oria, Monsignor Lucio Fornari, poiché è certo che qui abbia sostato il corpo
della Santa nel suo ultimo viaggio, da
Siracusa a Costantinopoli.
Per questo motivo il comune di Erchie è gemellato con la città di Siracusa.
SANTUARIO
DI SANTA LUCIA - CRIPTA BASILIANA.
Ancora oggi sull’altare del Santuario sono conservati
alcune reliquie della Santa,
venerate da ingenti folle di pellegrini,
che giungono qui da tutto il Salento in occasione delle festività,
(13 dicembre
e II giovedì dopo Pasqua).
Il santuario posizionato nell’antica Piazza del
Municipio, oggi Piazza Umberto I, è una
struttura complessa (costituita da tre chiese su tre diversi livelli ).
Isolato dal resto degli
edifici prospicienti la piazza, sulla quale si affacciano architetture degne
di nota quale: la Chiesa Matrice,
(cappella, costruita intorno al ‘400 e dedicata a Santa Maria Veteranorum, oggi dedicata al culto della “Natività di Maria
Vergine” in riconoscenza per lo scampato pericolo dalla peste), la cappella di S.Nicola ed il Palazzo
Ducale dei Laviani, (oggi sede del Municipio),
costruito tra il 1737-1754
per conto di don Giuseppe Laviani, marchese del Tito,
duca di Satriano e barone
di Erchie.
Il paese pur avendo origini
illustri legate al periodo classico
(messapico, greco e romano),
di fatto, a parte rinvenimenti episodici,
acquisisce le connotazioni di vero e proprio centro urbano,
nel tardo antico,
durante la fuga dall’oriente dei Monaci
Basiliani che,
perseguitati da Leone Isaurico, fuggono dall’Oriente trasferendosi
nell' Italia meridionale ed in
particolare nel Salento .
Queste comunità monastiche organizzate, portano le
loro tecniche e le conoscenze
di un oriente più avanzato dell’occidente,
sviluppando la cosiddetta
“civiltà
rupestre”, legata fondamentalmente alla necessità di difesa in un periodo
storico,
caratterizzato da un vuoto di potere, dovuto al crollo delle strutture
dello Stato.
Situazione che aveva consentito saccheggi e invasioni di vario
tipo,
(Goti, Bizantini, Longobardi e Arabi).
Per cui le popolazioni abbandonarono i centri urbani e
costieri e si rifugiarono nelle foreste,
e intorno ai centri basiliani si costituirono vere e proprie
comunità.
Tale fu realmente l’origine di Erchie.
In un territorio privo di
fiumi superficiali, la vita nasceva e si sviluppava intorno
alle sorgenti di
acqua, come quella perenne detta:
“ di
S.Lucia “.
Infatti, l’abbondanza di acqua e la carsicità del territorio,
ricco
di grotte naturali ha consentito un primo insediamento umano
intorno al quale in epoca successiva e
in periodi relativamente “più tranquilli”,
sono sorte le prime case.
SANTUARIO
DI SANTA LUCIA CHIESA INFERIORE - La
sorgente miracolosa
Nel territorio comunale di Erchie sono infatti
presenti molte grotte naturali all’epoca
abitate dai monaci di S. Basilio, ma l’unica “grancia”
dotata anche di una sorgente perenne era
quella posta al centro
dell’attuale piazza di Erchie,
(oggi la sorgente si trova nella chiesa inferiore di santa Lucia).
La cripta, che è il cuore pulsante dell’intera
"Fabbrica di S. Lucia",
in origine era coperta da roccia naturale,
sicuramente crollata in epoca successiva
a seguito dei continui allagamenti della zona,
per cui venne coperta con una volta a botte in conci di
tufo
ed affrescata con iconostasi
rappresentanti santi e vescovi
del periodo bizantino.
La predetta
volta ha subito varie modifiche
in altezza legate ai continui allagamenti
ed alla necessità di modificare il
piano di calpestio della chiesa superiore.
Presumibilmente la cripta Basiliana, ove oggi si
venera il culto di S.Lucia,
precedentemente era dedicata al culto di altri
Santi,
come è evidenziato negli affreschi ancora oggi visibili sulle pareti
resi illeggibili
a causa degli innumerevoli graffiti
e per le diverse modifiche della volta di
copertura,
lavori che hanno reso acefali i soggetti dell’affresco.
In epoca
successiva, si suppone che a seguito della sosta del corpo di S.Lucia martire
Siracusana,
per gli innumerevoli prodigi che la Santa, per sua intercessione ha profuso,
la cripta Basiliana
e l’intero Santuario sono stati dedicati esclusivamente al culto di
S.Lucia.
La Cripta, di forma quadrangolare, ha un piano di calpestio
posto ad una altezza di circa m.- 2.50 dal livello stradale.
I muri perimetrali presentano notevoli tracce di
affreschi,
per lo più resi illeggibili a causa delle efflorescenze e dei muschi
ma sopratutto
a causa delle profonde
incisioni praticate dai pellegrini in segno, indelebile, del loro passaggio.
Altro elemento che ha contribuito a deturpare il ciclo degli affreschi
bizantini
posti nella fascia superiore della cripta è dato dal taglio effettuato sui muri
per la
diversa impostazione della volta di copertura .
Gli affreschi riportati sulle
pareti della Cripta Basiliana,
sembrano costituiti da due cicli pittorici di epoche diverse
ovvero:
la più antica è individuabile
nella parte superiore della parete sud della cripta
ove è stata ricavata la
nicchia della Statua di S.Lucia e
rappresenta le figure di Santi e Vescovi
di culto orientale portato dai
monaci Basiliani.
Dello stesso periodo
si ritiene debba essere l’immagine del Santo
posto superiormente al
medaglione raffigurante “lo sbarco”
che si trova all’arrivo della scala che collega la chiesa inferiore con
la cripta.
SANTUARIO
DI SANTA LUCIA DETTAGLIO AFFRESCO
RAFFIGURANTE LO SBARCO (situazione reale e ricostruzione virtuale effettuata
nel progetto di restauro - arch. G. MORLEO)
-Di epoca successiva, si ritiene, debbano essere gli
affreschi raffiguranti
paesaggi inquadrati da elementi architettonici e
floreali realizzati
nelle pareti est ed ovest.
L’unica immagine
ancora leggibile è data dal medaglione riportante
una scena marina che, a detta
di taluni storici locali, rappresenterebbe lo sbarco
della spoglie di S. Lucia
sul territorio Salentino.
Ancora nella parte sottostante del muro sud della Cripta
vi è una costruzione pittorica
elaborata secondo una rudimentale vista
prospettica.
Si ritiene che questo secondo ciclo pittorico possa ricondursi
come periodo storico a quello presente nelle stanze vescovili della Curia di
Oria,
e realizzato durante l’epoca di reggenza del Vescovo Mons. Bovio,
che più
volte ha visitato il Santuario di S. Lucia di Erchie e per esso si era
prodigato al fine di migliorarlo sia sotto l’aspetto strutturale che sotto
l’aspetto estetico.
L’intero ciclo pittorico attualmente versa in una
condizione di degrado,
in molti casi irreversibile per le notevoli parti
mancanti,
e abbisognevole di un incisivo intervento prima della sua perdita totale.
Di grande impatto emotivo è
la grande cariatide in pietra raffigurante S.Lucia.
SANTUARIO
DI SANTA LUCIA INTERNO CHIESA SUPERIORE.
La chiesa superiore iniziata nel 700 risulta
completata nell’anno 1804,
(data leggibile sul medaglione centrale della
facciata sud),
essa ha subito nei secoli
notevoli rifacimenti,
per la maggior parte legate sempre a problemi
alluvionali.
Attualmente si presenta a pianta di croce latina con abside appena
accennata.
La copertura è costituita da volte
in muratura di varia geometria,
a crociera nella navata principale e nel
transetto ed a botte nei cappelloni laterali.
La navata è impostata su quattro
archi a tutto sesto e tra questi si
sviluppano le volte in muratura,
del tipo a crociera con velette ed
archi a sesto acuto ricadenti su paraste
con capitelli di ordine
composito,paraste che dividono le cappelle radiali.
Sopra i capitelli corre
l'architrave evidenziato da una cornice fortemente aggettante
che in un certo
senso ne limita lo slancio verticale.
Nell’ ordine superiore, sono ubicate le
finestre che danno all’esterno e sono
interposte tra i costoloni di rinforzo.
CHIESA SUPERIORE.
La costruzione, semplice e disadorna all’interno, si
impone sull’invaso della piazza
per lo slancio e la semplicità delle sue
facciate, che insieme a quella della chiesa Madre
posta di fronte e del palazzo
ducale, inquadrano una area urbana, la piazza,
di notevole suggestività.
La facciata a sud è scandita da paraste, cornicioni e
cornici.
Attualmente essa mostra un unico portale d’ingresso, purtroppo mutilo
di quello
che era il completamento delle cornici originali.
Quattro paraste di
ordine composito dividono la facciata in tre parti .
Sopra i capitelli delle paraste corre un elegante
architrave dominato dalla presenza
di un
rosone dalle linee sinuose ed eleganti.
Il piano superiore della facciata è
anch’esso liscio, diviso in tre parti da due paraste
che sorreggono capitelli
di sapore classicheggiante.
Le due paraste superiori sono in asse con le due
centrali inferiori, mentre,
quelle laterali del piano superiore, nella parti
alte,
si trasformano in leggere volute che ne restringono la facciata
slanciandola verso l’alto.
Il piano superiore è completato anch’esso da una
cornice da cui si eleva il muro
d’attico che con due volute tende a
restringersi verso la croce acroterica.
Completano la parte superiore della
facciata due pinnacoli in tufo locale.
LA CHIESA INTERRATA
Nel '500, intorno alla grava naturale, ove sgorga
l'acqua ritenuta miracolosa,
fu eretto il primo tempio sottostante l’attuale
santuario.
Lo stesso ha subito nel corso degli anni molti rimaneggiamenti, anche
a causa di crolli,
fino a raggiungere, con la realizzazione della facciata
nord, l'attuale configurazione.
SANTUARIO
DI SANTA LUCIA - CHIESA INFERIORE.
Quasi interamente interrato, con una quota pavimento
sotto il piano stradale
di circa m.- 8.30, è posizionato a nord - ovest
dell'intero con il fronte e
l'accesso principale prospiciente la villa
comunale, attuale “ piazzetta Laviani”.
Oggi alla chiesa inferiore si accede mediante una ardita scalinata
realizzata in pietra calcarea su archi
rampanti che si apre su un ampio
vano diviso in due ambienti.
In aderenza alla muratura sud del vano posto sotto l’abside della chiesa superiore,
è collocato l'altare di
pietra con retrostante nicchia ove è
posta la statua del '600
raffigurante Santa Lucia.
Al lato dell’altare vi
è la fonte d'acqua perenne ritenuta
miracolosa
per le innumerevoli guarigioni alla vista,
che in questo posto
risultano avvenute e documentate negli annali del Santuario
e presso la Curia
Vescovile di Oria.
Altro elemento di apprezzabile valore artistico è dato dal
pavimento
in maioliche della fine del '800 ,inizi '900 e dal medaglione in
maiolica
posto in prossimità della sorgente e raffigurante la mucca inginocchiata davanti alla fonte,
così come recita la tradizione popolare.
A differenza della facciata prospiciente, la Piazza,
quella posteriore,
relativa alla chiesa interrata, è organizzata con archi trilobati di gusto gotico.
Essa è costituita da cinque archi trilobati a
sesto acuto,
che si rincorrono per tutta la larghezza della stessa con numerose
decorazioni di tipo neoclassico.
Si
suppone che il progettista abbia qui dovuto risolvere non solo il problema
della disposizione della facciata, ma anche, quello di creare una certa
monumentalità.
Tanto è stato già fatto per la rinascita di questo
scrigno d’arte e cultura religiosa,
ma il completamento del restauro del
santuario, con il recupero degli affreschi bizantini,
delle maioliche del
pavimento,la deumidificazione del tempio interrato e
la realizzazione di un
buon sistema di illuminazione, porterà finalmente
il nostro Santuario agli antichi splendori,
restituendolo alla comunità cristiana,
tanto devota a Santa Lucia.
IL CULTO
DI SANTA LUCIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE.
LA SPECIFICITÀ IN ERCHIE.
Giacomo Carito*
1. Il
sindaco Giuseppe Margheriti ha sottolineato “È la meta che dà significato al
viaggio iniziato due anni fa e i bravi marinai non nascono da mari tranquilli.
Il gemellaggio con Siracusa ha significato, sicuramente, una crescita concreta
sia culturale che economica, è stato un modo per entrare in contatto più da
vicino, con realtà sociali diverse, con differenti abitudini, tradizioni,
musiche, cibi, necessità ed aspirazioni. Auguro a tutti gli ercolani, ai cari
amici che giungeranno dalla Sicilia, dal Veneto e dalla Nostra Puglia, e a
quanti vorranno essere con noi, di poter trascorrere ore serene e godere di un
clima di fede, cultura e tradizione”.
Anche don Franco Candita, delegato
vescovile cui è commessa la cura del santuario, non ha mancato di rimarcare la
specificità della festa di primavera nel senso dell’accoglienza “Con
occhi ancora la visione di tante presenze di giovani e adulti, di uomini e
donne che con fede in tantissimi hanno venerato le sacre reliquie qui
trasportate da Siracusa nello scorso anno”.
2.
Con ciò, si direbbe, si riscopre il
senso profondo del culto di santa Lucia in Erchie che si sbaglierebbe a
collocare nel contesto di una società chiusa, economicamente e geograficamente
e perciò relativamente estranea a stimoli esterni. Il mondo rurale, al
contrario, conosce una serie di spazi che, se pur in modo non specifico, sono
destinati ai contatti e agli scambi. Questi luoghi d’incontro e comunicazione
sono anzitutto la chiesa e la piazza in cui hanno sede le fiere (la Fiera di santa
Lucia) e i mercati, quasi sempre legati a festività religiose, occasioni
sia di scambi commerciali sia di contatti con membri di altre comunità in
occasione di pellegrinaggi diretti al santuario del luogo. Il culto, il sacro,
segno di universalità e legame col divino, si particolarizza e determina nell’esteriorità
dello scambio e dell’incontro.
3.
Grazie alla
chiesa, il mondo, anche nei suoi pervertimenti, aveva un senso e una
coerenza. La religione non solo metteva, in comunicazione il paese con le vaste
forze soprannaturali e naturali che reggono il cosmo e le anime, ma anche col
passato e il presente del territorio la cui storia si confondeva quasi con
quella della religione cattolica.I santi vengono sottratti alla penombra delle
chiese perché osservino con i loro stessi occhi la siccità che affligge i
fedeli e per sentire da vicino le loro preghiere. I gesti e le parole devono
essere ripetitivi perché possano essere efficaci, devono avere la forma e la
lingua del passato…Né l’individuo né la società sono indipendenti dalla natura
e questa, anche quando viene insistentemente negata dalla cultura, finisce
immancabilmente con l’imporsi e trionfare su quest’ultima condizionandone la
tessitura simbolica” (C. Giuffrida).
4.
Tutto ciò è necessario per capire come è bene evitare
impostazioni impressionistiche della locale vita religiosa in cui non mancano,
peraltro, riferimenti simbolici all'unità delle chiese attraverso il culto per
santa Lucia che rappresenta, potremmo dire, un momento di pace ecumenica tra le
comunità greca e latina di Erchie.
Comunità di rito greco dovevano essere
attive in quest’area almeno dal grande episcopato di Teodosio. … E’ accertato che i rapporti tra monaci
dell'Oriente e del Salento furono più stretti a partire dal IX secolo.
5.
Il culto
tributato a Santa Lucia da chi desiderava guarire dai disturbi della vista si
allacciava sia alla forma di tortura patita dalla santa prima del martirio,
l’accecamento, sia al gioco di parole tra il latino “lux” cioè luce e il nome proprio Lucia, trasformando la santa in
colei che è apportatrice di luce, per volontà del destino riflessa nel nome. Si
tratta di un procedimento che, in Erchie, utilizza il vescovo Lucio Fornari
(1601-18) nell’epigrafe per la quale
fissa la memoria degli interventi effettuati, a proprie spese, il 1605 a
vantaggio del santuario.
6.
Oltre al 13 dicembre, giorno in cui
ricorre la memoria liturgica secondo il calendario romano, ad Erchie si è
soliti celebrare la festa civile della santa siracusana, il secondo giovedì
dopo Pasqua di ogni anno. È antica la
tradizione cristiana secondo cui le memorie dei santi martiri erano venerate
particolarmente nel tempo pasquale, periodo in cui la chiesa celebra la
vittoria di Cristo sulla morte. La doppia festività in Puglia si colloca,
parrebbe, a copertura dell’anno agrario; l’una per il periodo autunnale -
invernale, l’altra per quello di primavera-estate. …
7.
I secolari
pellegrinaggi della perdonanza primaverile di santa Lucia, ossia l’usanza di
recarsi al Santuario, confessarsi e chiedere perdono per i peccati offrendo
come attestazione di fede il pellegrinaggio stesso, cominciano il II giovedì
dopo Pasqua, si intensificano durante quelli successivi e le domeniche del
periodo pasquale, intrecciandosi durante il periodo primaverile con le visite
ad altri santuari vicini: San Cosimo alla Macchia ad Oria il V giovedì dopo
Pasqua e Madonna della Croce a Francavilla Fontana il VI giovedì dopo
Pasqua… Lucia rischiara le luci
dell’inverno e le incertezze sull’anno che verrà; con pienezza di simbolismo,
nella sua notte, i fuochi spengono il buio.
*(Direttore dell'Ufficio per i Beni Culturali
Ecclesiastici della Diocesi di Brindisi)
AVVISO
Si avvisano i
pellegrini
portatori di
handicap e loro famiglie
che
per l’occasione dal
23/4 al 2/5 c.a.
dell’ Ostensione delle sacre spoglie
di Santa Lucia ad Erchie,
questa Associazione mette a disposizione
la sua sede di via P.Tatulli,1 c/o
la ex scuola media come punto di
ristoro e relax per i momenti fermi
di questa meravigliosa manifestazione
che porterà finalmente il
Sacro Corpo
della nostra protettrice
da Venezia a Erchie.
per info: 3480402084
e-mail: spartacolori@tiscali.it
e presso
'Da Sparta A Un Mondo A Colori'
portatori di
handicap e loro famiglie
che
per l’occasione dal
23/4 al 2/5 c.a.
dell’ Ostensione delle sacre spoglie
di Santa Lucia ad Erchie,
questa Associazione mette a disposizione
la sua sede di via P.Tatulli,1 c/o
la ex scuola media come punto di
ristoro e relax per i momenti fermi
di questa meravigliosa manifestazione
che porterà finalmente il
Sacro Corpo
della nostra protettrice
da Venezia a Erchie.
per info: 3480402084
e-mail: spartacolori@tiscali.it
e presso
'Da Sparta A Un Mondo A Colori'
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