Nome: Sant' Edvige
Titolo: Religiosa e Duchessa di Slesia e di Polonia
Nascita: 1174, Andechs, Germania
Morte: 15 ottobre 1243, Trzebnica, Polonia
Tipologia: Commemorazione
S.
Edvige, figlia di Bertoldo e di Agnese, marchesi della Moravia,
illustrò il secolo XIII, con un mirabile esempio di madre cristiana.
Fin dalla sua giovinezza apparve in lei una maturità di senno e una
serietà superiore alla sua età, onde fu esente da quelle leggerezze e da
quelle vanità che purtroppo sogliono costituire l'occupazione delle
fanciulle di nobile stirpe.
Posta dai suoi genitori in un
monastero di Benedettine della Franconia per ricevere una buona
educazione, fu da quelle suore istruita nella pietà cristiana ed imparò a
conoscere, amare e servire Dio con fedeltà.
A 12 anni per volontà del
padre fu data in sposa ad Enrico il Barbuto duca di Slesia e di Polonia:
ella acconsentì solo per ubbidienza poichè avrebbe voluto consacrare al
Signore la sua verginità.
Ma così piacque a Dio per far apparire
maggiormente la sua eletta virtù.
E veramente ammirabile fu la sua
pietà, l'aborrimento delle pompe e la diligente cura che pose per
allevare cristianamente i suoi sei figli.
Il primo, divenuto erede degli stati del padre,
fu detto per le sue predare virtù Enrico il Pio.
Bandì dalla sua corte le bugie, le maldicenze e tutte le azioni che 'potessero violare in qualche modo la purità dei costumi.
Indusse il marito a erigere un monastero nella città di Treburg per
quelle donne che volessero consacrarsi al Signore nell'Ordine
Cistercense, mantenendole a proprie spese. Volendo fare con esse vita
comune, sovente si ritirava tra quelle monache, dove aveva pure una sua
figlia. In età avanzata si ritirò nello stesso monastero, ma non emise i
voti per essere più libera nel soccorrere i poveri. Ben presto sorpassò
le altre religiose.
Incredibile fu la costanza e fortezza
d'animo che mostrò nelle avversità. Ad una grave ferita che ricevette il
marito restando prigioniero del duca Corrado di Kirn ed alla morte del
figlio Enrico, avvenuta tre anni dopo la cattività del padre, con
cristiano coraggio esclamò: « Sia fatta la volontà di Dio », ed
incoraggiava anche gli altri.
Nella mortificazione, nei
digiuni e nell'assiduo lavoro manuale, perseverò fino alla fine della
vita. Tutto faceva per piacere a Gesù dàl quale attendeva la meritata
ricompensa.
E questa venne il 15 ottobre 1243.
I miracoli accrebbero la sua gloria e Clemente IV
l'annoverò nel catalogo dei Santi.