I Milites Friderici II alla Storica Parata dei Turchi
Potenza
29 maggio 2013, Ore 19.30
Campo Sportivo “Viviani”
La storica parata dei turchi.
Patrimonio d’Italia per la Tradizione
L a Storica Parata dei Turchi è la festa della
nostra Città alla quale tutti i cittadini
partecipano emotivamente.
Una festa di popolo che si trascina di generazione
in generazione nella quale sono coinvolte molte Associazioni cittadine che collaborano
attivamente alla buona riuscita dell’evento con iniziative mirate e aggreganti per tutte le fasce
di età della Città.
Essa si svolge in occasione della vigilia della festa
in cui si commemora il Santo Patrono,
Gerardo da Piacenza,
ormai da più di quattro secoli.
L’importante riconoscimento di
“Patrimonio d’Italia per la Tradizione”
che la Storica Parata dei Turchi ha ottenuto nel
luglio del 2011 da parte nel Ministero del Turismo,
aggiunge non solo una importante
onorificenza a questa centenaria tradizione
di popolo ma conferma che le scelte intraprese
da questa Amministrazione si sono rivelate
giuste e sono servite a restituire all’intera Città,
un evento che è l’anima stessa di Potenza,
ne costituisce identità e appartenenza.
Proprio per questi motivi, l’Amministrazione,
sollecitata dal Comitato tecnicoscientifico
e da altre importanti istituzioni,
ha ritenuto di candidare questo evento
nella lista rappresentativa del
Patrimonio immateriale dell’UNESCO.
Un ringraziamento al Comitato tecnico-scientifico
che, dal 2010, ha saputo riorganizzare l’intero evento: questo stesso Comitato ha elaborato
un disciplinare che è stato approvato
in Consiglio Comunale, a maggio del 2011.
Aver voluto approvare un disciplinare su
questa tradizione è stato un altro importante
passo di questa Amministrazione:
in esso si stabiliscono regole fondamentali
che servono a tutelare la nostra
tradizione ma non a fermarla o a cristallizzarla.
La Città di Potenza si identifica nella Storica
Parata dei Turchi: vengono fatti sfilare,
come in una pellicola di un film,
900 anni di storia cittadina,
900 anni di devozione verso il Santo Patrono,
435 anni di un evento che si ripete ciclicamente
ma è sempre nuovo e sempre
amato con la stessa intensità.
Una festa che affonda le origini nel
Mediterraneo
e che si confronta con le grandi civiltà
che in questo mare si sono succedute,
incontrate e scontrate.
Una festa di uomini, donne e
bambini, una festa di musica e suoni,
una festa di aggregazione per l’intera Città
e per ogni suo abitante.
Buona Parata dei Turchi!
Vito Santarsiero
Sindaco della Città di Potenza
Il restauro della memoria
L a Storica Parata dei Turchi racchiude
una lunga tradizione popolare della città di
Potenza strettamente legata, almeno negli ultimi 200 anni, al Patrono, San Gerardo da Piacenza.
Leggenda che si confonde con la storia della città e quella della fede del suo popolo.
Gerardo La Porta arrivò a Potenza nel 1111. Da Piacenza, in realtà, arrivarono
tre santi uomini che ricoprirono la carica di vescovo:
Alberto fu vescovo a Siponto,
Gerardo a Troia e Gerardo a Potenza.
La presenza di questo vescovo a
Potenza fu un avvenimento molto importante
per la città:
egli si fece amare molto dal popolo per la mitezza
del carattere e la grande cultura così
come apprendiamo dalla descrizione della sua vita,
scritta dal suo successore,
il vescovo Manfredo.
In questa biografia, si mettono in
evidenza i molti miracoli che Gerardo
compì durante il suo episcopato e l’attenzione
che rivolgeva verso i giovani.
Gerardo
morì nel 1119: 5 anni dopo, e cioè nel 1124,
egli fu canonizzato.
Dopo qualche anno,
la Cattedrale di Potenza
fu dedicato al nuovo santo e, da allora,
il popolo potentino si
riconosce in questo uomo e
lo festeggia con grande devozione.
A San Gerardo è legata la secolare tradizione
della cacciata dei Turchi dalla città ma questa
è una leggenda che, pian piano, il popolo
potentino costruì e si tramandò oralmente
per molti secoli.
Infatti, nella descrizione della vita di
San Gerardo scritta dal vescovo Manfredo,
non c’è nessun riferimento a questo miracolo né,
in altre fonti, c’è notizia
dell’arrivo di popolazioni arabe in città.
Invece, risulta molto verosimile far risalire la
Storica Parata dei Turchi a un altro episodio
anch’esso storicamente attestato.
Il 24 giugno 1578, in occasione dell’arrivo
del nuovo conte in città,
Alfonso de’ Guevara, si organizzò
una grande festa: in quel periodo, si
usava organizzare suggestivi trionfi quando
in una città arrivava un nuovo re
o un nuovo feudatario.
Questa moda era in uso anche a Potenza: nell’occasione dell’arrivo del conte
Alfonso de’ Guevara si decise di aspettare
il nuovo feudatario della città, presso il
fiume Basento, a Betlemme.
Si costruirono tre castelli e si simulò una battaglia con i Turchi che vennero sconfitti e fatti prigionieri: questo spettacolo faceva riferimento alle grandi
battaglie che, in quegli anni, si svolgevano nel Mediterraneo e che si conclusero con
la battaglia di Lepanto, nel 1571, quando l’esercito cristiano sconfisse definitivamente
l’armata turca.
Questi grandi eventi era abitudine di
rievocarli con grandi spettacoli:
succedeva in moltissime
città del Mediterraneo e accadde anche
a Potenza.
Si ritiene che questo spettacolo
piacque molto ai potentini che continuarono a metterlo in scena non solo quando
arrivavano i nuovi feudatari della città ma,
anche, per il Santo Patrono verso il quale,
ogni anno, si rinnovava il ricordo e la devozione.
Anzi, è molto probabile che il popolo
di Potenza attribuì alla protezione di
San Gerardo la mancata occupazione della città
da parte dei Turchi e dei Mori che,
durante il XV e il XVI secolo,
terrorizzarono tutto il Mediterraneo.
I Turchi non arrivarono perché
San Gerardo, aiutato da una schiera di
angeli guerrieri, li fermò sul fiume
Basento e la città non subì
alcuna scorreria o dominazione turca.
Di sicuro, apprendiamo dalle delibere
comunali di inizio del XIX secolo
e dai giornali delle stesso periodo,
che la festa si svolgeva così come
si svolge oggi.
Per un periodo, essa avveniva l’11 maggio
poiché la festa di San Gerardo si festeggiava
il 12: solo successivamente essa fu
spostata al 29 maggio perché il clima
diventava più mite.
Nella seconda metà del XIX secolo,
Raffaele Riviello descrisse in maniera
memorabile la parata dei Turchi,
con ogni particolare e trasmettendo
l’emozione che il popolo provava
nell’attesa della festa e quanto fosse
amata da tutti.
Per tutti questi motivi, possiamo considerare
la parata dei Turchi un avvenimento storico:
essa è legata a due eventi realmente
accaduti e cioè il vescovado di Gerardo con la
sua santificazione e il grande trionfo
organizzato per l’entrata in città del conte
Alfonso de’ Guevara.
Questi due avvenimenti storici si sono
fusi in una leggenda erudita che si
trasmette da secoli: per questo,
possiamo affermare che quest’anno ricorre il 435esimo anno della Storica Parata dei Turchi,
e cioè il tempo trascorso dal primo documento
che ci descrive il popolo potentino
“vestito alla moresca e alla turchesca”,
appunto il 24 giugno 1578.
La Storica Parata percorre tutti questi avvenimenti attraverso tre diverse ambientazioni:
la prima è un momento di pura gioia e festa.
Essa è l’inizio della parata e
la sua introduzione: dalle pagine di
Raffaele Riviello
si sono estrapolati tutti gli elementi
del popolo che aspetta e si prepara
per onorare e commemorare San Gerardo.
Attraverso suoni e balli della tradizione ottocentesca,
si introduce gli spettatori nel clima di
festa: sfilano contadini e borghesi, si porta in processione la iaccara che verrà accesa,
nell’antica piazza del sedile,
alla fine di tutta la parata.
Solo con la seconda ambientazione
comincia la parata tradizionale: il gran turco
Civuddine viene trasportato su un carro fra odalische e nobili signori turchi. Subito
dopo, si simulano le grandi battaglie che
avvenivano nel Mediterraneo con gli scontri
fra Cristiani e Turchi.
Ed ecco che, dopo la battaglia,
si celebra il miracolo dello scontro
mai avvenuto a Potenza:
San Gerardo, circondato dagli angeli guerrieri,
viene trasportato
su una nave trascinata dai prigionieri turchi.
La città è libera: si portano i vessilli
della 4 porte più importanti della città e sfilano guerrieri, ecclesiastici e nobili che
rappresentano la Potenza del XVI secolo.
Infine, si rievoca l’arrivo del conte
Alfonso de’ Guevara in città che viene
accolto a Portasalza dal Mastro
giurato e dai nobili uomini
insieme all’arciprete e a tutto il clero cittadino.
La terza ambientazione è un momento di pura spiritualità e racconta come era la città
nel XII secolo: è il momento in cui è in
vita il vescovo Gerardo,
un periodo di grande
fascino e di grandi avvenimenti.
I Normanni stavano costruendo il
Regno di Sicilia che
venne fondato nel 1130 e cioè pochi
anni dopo il vescovado di Gerardo da Piacenza:
in questo periodo la Basilicata era al
centro dei grandi avvenimenti europei.
Melfi era la capitale, la città dal quale
si dipartì la grande conquista del Regno;
Venosa, con la chiesa della SS.Trinità
e la successiva costruzione dell’Incompiuta,
era la città prescelta dalla famiglia normanna
degli Altavilla come tomba di famiglia.
Potenza era ubicata sui grandi circuiti
viari percorsi da re e imperatori:
una città che il geografo arabo Edrisi
descrive estesa e popolata,
fra le sue coltivazioni, egli menziona
estesi campi di viti e di alberi da frutto;
parla inoltre del fiume Basento
(in arabo barantal),
avente origine da un monte vicino alla città.
Dunque, una città in pieno
sviluppo che si riconosce e trova
identità civica nel Santo Patrono:
non a caso questa ambientazione termina
con il trasporto del
Tempietto di San Gerardo
al passaggio del
quale, gli spettatori usano segnarsi
con la croce per rinnovare quel profondo
senso di appartenenza e di devozione
verso colui che seppe riunire l’intera
città in un senso identitario comune.
La Parata si conclude davanti la Cattedrale:
sulla porta dell’edificio religioso, la statua
del Santo aspetta la città.
I figuranti si riuniscono sotto la scalinata
e simbolicamente, ogni anno,
la città si consegna al suo
Patrono in un momento di grande spiritualità
ed emozione con canti e preghiere
dedicate a San Gerardo.
Antonella Pellettieri
Presidente Comitato tecnico-scientifico